Viviamo un’epoca in cui ci viene chiesto di imparare cose sempre più complesse. La fregatura pero è che la complessità è celata dietro una parvenza di semplicità che inganna. Al primo posto metterei tutte le innovazioni tecnologiche come telefonini, computer e adesso anche stampanti in 3d. Facili da usare al primo approccio, ma assolutamente difficili da capire nel loro pieno funzionamento.
Ora ci si mette anche la ricerca medica, soprattutto quella che si occupa di alimentazione. Veramente fatichiamo a distinguere e a comprendere appieno cosa sia giusto e sbagliato. E anche quando ci sembra di discernere qualcosa, di primo acchito, dopo un po’ di tempo ci sentiamo di nuovo persi. Prova ne è per me quel libro best seller scritto da Giulia Enders “L’intestino felice”, che spiega il funzionamento del nostro corpo con un approccio molto simpatico e leggero. Dopo averlo letto ero ancor più confusa di prima.
Occorre stare al passo con i cambiamenti, con le scoperte e col progresso scientifico. È importante farlo, ma non è sempre cosi facile e scontato. A volte vorresti tornare indietro e affidarti a quelle massime e quei detti, che in passato ogni famiglia aveva e che assumevano l’aspetto di verità immutabili ed eterne come: “mangia la carne rossa che ti fa sangue!” oppure “Chi canta a tavola o a letto è un matto perfetto”.