
Per ben due volte non sono riuscita nell’intento di salire su una installazione dell’artista tedesco Holler. La prima volta mi è capitato nel 2007 alla Tate Modern quando, sorprendendomi solo come l’arte può fare, mi mise di fronte a una serie di colossali scivoli che mi invitavano a salire per poi ridiscendere. Ma niente da fare: le persone erano così tante che avrei dovuto aspettare per ore, prima di farmi la mia scivolata. La seconda volta invece l’ho rincontrato nel 2015 alla Biennale di Venezia. In quel caso, aveva collocato nei Giardini una vecchia giostra volante modificata, che girava lentissimamente e ti invitava a salire. Non c’era fila, allora, ma il custode mi spiegò che per ragioni di sicurezza era stata vietata l’uso della giostra.

Ora si presenta una bella occasione, a Milano: Holler è stato invitato per una mostra personale presso l’Hangar Bicocca. La mostra è stata curata da Vicente Todoli e si intitola Doubt. In mostra si vedono opere storiche e nuove produzioni e, appena entrati, siamo invitati a scegliere il nostro percorso.
Sembra, infatti, che sia lasciato al visitatore la scelta tra due percorsi e che al loro interno troveremo di nuovo tante strutture gioco con cui misurarsi. L’ interazione con l’opera, il coinvolgimento totale e quindi la messa in atto da parte del visitatore di tutti i sensi, non è una novità nel campo dell’arte, anche se qui il riferimento ludico è spinto al massimo e sembra rimanere dentro la cornice dell’arte colorata e neo pop a cui abbiamo assistito in questi ultimi decenni.