Tutti abbiamo a cuore un album fotografico che ci ricorda di quando eravamo bambini o giovani adulti. Tutti ci sciogliamo teneramente davanti a filmini in super otto girati al mare assieme alla mamma e ai cugini. Quelle memorie fanno parte del nostro passato, un passato che ci ha reso ciò che attualmente siamo. Questi ricordi li curiamo, li teniamo in perfetto ordine, diventano parte di noi e della nostra storia, molto più attraenti e utili di qualsiasi pagina scritta. Diventano la nostra memoria storica.
Bene, inserite ora queste semplici verità sulla memoria collettiva di intere generazioni. Ne scaturirà la Storia, quella con la S maiuscola. Testimonianze vive e capaci di raccontare meglio di qualsiasi altro mezzo lo scorrere degli avvenimenti, fotografie e filmati costituiscono fonti fondamentali per comprendere e imparare ed è questa la strategica importanza dei patrimoni fotografici e multimediali novecenteschi.
Grazie ad un progetto ideato dalla Fondazione di Venezia in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo ieri è stato presentato l’Atlante degli archivi fotografici e audiovisivi digitalizzati che per la prima volta scheda il patrimonio mediale storico italiano già digitalizzato o in corso di digitalizzazione sino al dicembre 2014. Questa pubblicazione sarà disponibile gratuitamente in formato digitale da settembre e sintetizza i risultati di un’indagine durata quattro anni.
Gli archivi fotografici, audiovisivi e sonori saranno una risorsa fondamentale per raccontare la storia del Novecento italiano, senza dimenticare le connessioni con quanto avvenuto nel resto del mondo.
Il volume inoltre rappresenta anche “un’occasione per riflettere sulle politiche di conservazione, gestione e valorizzazione dei patrimoni fotografici e multimediali, sulla funzione che tali fonti svolgeranno nell’immediato futuro, sugli strumenti più opportuni per sensibilizzare l’opinione pubblica e la società civile circa l’importanza di destinare maggiori risorse e attenzioni alla tutela di questo patrimonio” come affermato dal Segretario generale del Ministero Antonia Pasqua Recchia.
“Il tempo corre e la memoria mediale del ’900 rischia di scomparire per sempre senza piani di intervento strategici, di cui l’Atlante della Fondazione di Venezia costituisce un umile ma utile tassello iniziale: conoscere è un primo passo, il secondo è condividere le informazioni nelle forme più ampie e trasparenti, perché solo la condivisione della conoscenza può salvarci dal rischio di soccombere ai nuovi monopolisti della memoria, che, come la conoscenza, è stata e deve rimanere un bene comune” (Guidi Guerzoni, La Stampa 28.04.2016)