L’entusiasmo dei giovani è sempre disarmante. I giovani riescono a vedere le cose con quegli occhi “nuovi” che noi un po’ più agée, troppo spesso cinici e di poche speranze, abbiamo dimenticato in chissà quale svolta delle nostre vite. Anche la soluzione dei problemi, approcciati con la fantasia e l’inventività dei giovani, risulta spesso geniale, perché loro è il mondo nuovo e dovrebbe essere loro il compito di renderlo migliore.
Riflessioni queste che mi sono venute in mente considerando il lavoro di una giovanissima stilista che ha imperniato tutta la sua tesi di laurea presso la Parson School of Design di New York sul dramma dei rifugiati siriani.
Naturalmente il progetto era quello di disegnare una collezione di abiti. Ma, invece di focalizzarsi su mise da sera o da giorno, sull’algida eleganza o il prêt à porter, Angela Luna, questo il nome della studentessa, ha inventato un’intera collezione che vuole in qualche modo lenire le pene di tutti coloro che sono stati costretti ad abbandonare ciò che avevano per scappare dalla violenza nella propria terra. Ogni capo della collezione infatti può essere usato in un modo alternativo e decisamente utile, mantelle che diventano tende, giacconi che diventano salvagente e che donano immediata visibilità, marsupi resistenti e galleggianti per il trasporto dei neonati ecc. ecc. Scopo principale della collezione è quello di cercare effettivamente soluzioni alla tragedia e non capitalizzarla. A tal proposito il progetto prevede la vendita della collezione, studiata e realizzata con tecnologie e materiali d’avanguardia, a quei brand che producono materiale sportivo altamente tecnologico e riproporre il medesimo design, sebbene semplificato e potenziato, gratuitamente, alla marea di persone pronte alla partenza.
E qui c’è tutto: l’entusiasmo, la genialità e, sì certo, anche una buona dose di ingenuità, ma anche energia e voglia di fare. “Design for difference” questo è il nome e l’incitamento di Luna, per tutti coloro che non possono rimanere indifferenti al dolore e alla sofferenza.