Li avete riconosciuti? Vi ricordano qualcosa?
Per i più distratti diremo che i personaggi rappresentati su questo murale, comparso a Stokes Croft – quartiere considerato la casa spirituale di Banksy – a Bristol, sono Donald Trump che bacia l’ex sindaco di Londra Johnson e l’opera ricalca fedelmente un altro famoso murale: quello che rappresentava Leonid Brezhnev ed Eric Honecker sul Muro di Berlino. L’originale era stato dipinto dall’artista russo Dmitry Vrubel con la scritta «Dio mio, aiutami a sopravvivere a questo bacio della morte». Vrubel si era ispirato a una foto in cui i due capi di stato si baciavano alla “maniera russa”, a suggellare il patto di alleanza e amicizia fra Unione Sovietica e Germania dell’Est. Presto l’immagine divenne il simbolo della guerra fredda.
Da allora altri “baci” si sono susseguiti…
Sono stati realizzati baci virtuosi come quelli ritratti nella campagna UNHATE di Benetton, concepita da un graffiante Oliviero Toscani, e baci tutt’altro che virtuosi come quello fra Trump e Putin o quello fra Trump e Johnson.
Quest’ultimo è l’emblema di chi nel Regno Unito si oppone al Brexit, all’uscita cioé della nazione dall’Unione Europea, che si deciderà attraverso un referendum il 23 giugno prossimo e che potrebbe essere potenzialmente distruttivo soprattutto per lo UK stesso.
La campagna a favore dell’uscita del Regno Unito è sostenuta da Donald Trump, che come sua abitudine, si è sbilanciato affermando “Se io sarò presidente, l’eventuale uscita del Regno Unito dalla Ue non farà alcuna differenza nei rapporti commerciali bilaterali tra la Gran Bretagna e gli Stati Uniti” sconfessando di fatto le affermazioni degli attuali primo ministro inglese e presidente Barak Obama.
La campagna di sensibilizzazione, soprattutto dei giovani, affinché comprendano quanto possa essere pericoloso il Brexit si fa di giorno in giorno più pressante. Artisti, attori, musicisti, scrittori britannici scendono in campo per opporsi. In 282 hanno firmato una lettera aperta al Daily Telegrph in cui affermano che «abbandonare l’Europa sarebbe un salto nell’ignoto per milioni di persone che nel Regno Unito lavorano nell’industria della creatività». Staremo a vedere, e incrociamo le dita!