A me piace camminare. Ogni occasione è buona per farlo, e cosi’ dovevano pensare i nostri maggiori, che usavano il camminare anche per tante manifestazioni di devozione. Processioni, rogazioni, pellegrinaggi: tutti consistevano nell’esprimere un sentimento religioso mettendosi in cammino. Da piccola, i miei mi portavano alla Via Crucis: si snodava sulle colline di casa, con le fiaccole a illuminare il cammino e con le stazioni marcate da tante edicole. Mi ricordo che questo camminare, con tanto di interruzioni di preghiera, mi annoiava un po’. Oggi invece lo vedo con occhi diversi e ho scoperto che anche altre culture hanno simili espressioni religiose.

Di recente, pero’, ne ho trovata una, di queste espressioni, che non conoscevo assolutamente e che mi ha colpito: la notte tra il prossimo sabato e la prossima domenica, si terrà un pellegrinaggio pubblico da Macerata sino a Loreto, al celebre santuario. L’unicità dell’evento è data dal fatto che i devoti partono dallo stadio (vi partecipano centomila persone ogni anno!) di Macerata per percorrere quasi 30 chilometri, camminando tutta la notte su e giù per le belle colline marchigiane. Lungo la via, case e negozi rimangono aperti per rifocillare e aiutare i pellegrini, in una commovente gara di solidarietà.Tre vescovi, di tre antiche diocesi locali, camminano coi fedeli che sono veramente persone di ogni età e condizione fisica. Una camminata faticosa, tanto che Papa Francesco, nel corso della sua tradizionale telefonata di auguri ai pellegrini, ha anche invitato scherzosamentegli organizzatori a non far stancare troppo i suoi vescovi, che hanno qualche anno sulle spalle.