Bataclan 13 novembre 2015. Una strage. 93 persone perdono la vita in un attacco terroristico fra i più atroci della storia.
Ma non vogliamo parlare di chi non c’è più a cui vanno il nostro pensiero e le nostre preghiere. Vogliamo parlare di coloro che sono sopravvissuti e che durante quest’ultimo anno hanno dovuto imparare a convivere con l’orrore al quale sono scampati. Un anno dopo l’attentato alcuni di loro hanno trovato la forza e scelto di comparire in un video per dare una risposta forte e definitiva a quell’oceano di odio dimostrato la sera del 13 novembre del 2015 a Parigi: “questa esperienza”, ricordano, “permette di comprendere che ciò che ci mantiene in vita è l’amore, in tutte le sue forme. L’amore come forza, una forza di vita”.
Come spesso accade in questi casi è bastato a Clarisse Lacarrau, sopravvissuta del Bataclan, gettare il seme di questa idea perché la macchina della produzione si mettesse in moto, e con il passa parola sono stati coinvolti non solo tanti altri sopravvissuti, ma anche poliziotti e soccorritori. Ismaël Mounin ha accettato senza battere ciglio l’onore e l’onere di realizzare questo eccezionale documento.
“Nous l’avons voulu brut, physique, et surtout nous voulons mettre l’amour sur la scène publique comme une énergie, une force, une réponse” (Noi lo abbiamo voluto crudo, fisico e soprattutto abbiamo voluto mettere l’amore sulla scena pubblica come un’energia, una forza, una risposta).
Un inno alla vita e alla forza dell’amore.