Bauman e la sua società liquida, cioè una società che sfoggia una fisionomia sempre più effimera e incerta, fanno da sfondo al percorso artistico e architettonico della seconda Triennale di Bruges. Ville liquide infatti è il titolo della kermesse che dal 5 maggio al 16 settembre renderà la città medievale e i suoi canali palcoscenico per un percorso espositivo in cui la città è resa viva e pulsante da opere di artisti e architetti provenienti da tutta Europa.
Una società fluida e cangiante necessita di uno spazio urbano che si adegui a questa sua liquidità. L’edizione della Triennale del 2018 propone dei progetti, delle architetture, delle installazioni che cercano di suggerire una possibile forma alla città del futuro.
Fra le tante opere presenti nella città delle Fiandre quella che forse è più rappresentativa del tema della Triennale è quella offerta dal collettivo Nigeriano Nlé, diretto dall’architetto urbanista Kunlé Adeyemi. Sul canale Minnewater, Adeyemi ha riproposto la Minne floating school che si affaccia su uno dei parchi più belli della città. Il progetto originariamente concepito per un estuario del complesso sistema di fiumi di Lagos, aveva vinto alla Biennale di Architettura di Venezia del 2016 il Leone d’Argento. L’opera di Bruges sarà animata anche da seminari ed esami.
Ma ‘è anche un’altra opera che ci riguarda da vicino, la Bruges Aerocene Tower da un’idea dell’artista argentino Tomas Saraceno, che ispirandosi alla città galleggiante di Italo Calvino, ha immaginato un paesaggio urbano in levitazione, sostenuto dall’energia solare ed eolica. Una sorta di città utopica che si solleva dalla Terra. Sopra Bruges quindi si leveranno dei palloni e a terra l’artista ha realizzato una performance filmata.