Ritroviamo il gusto dell’avventura!

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The Playground Project, Kunstalle Zurich, mostra dal 20-02-2016

 

Uscendo da Artgeneva, in questi giorni,  una fiera d’arte dedicata all’arte contemporanea, riflettevo come ormai la fusione  tra il mondo dell’arte e quello del mercato si sia consolidata, in questi anni. Pensavo però che, in un ottica più positiva, si vedono anche apparire nuovi orizzonti diretti a migliorare il coinvolgimento dello spettatore all’arte. La forma del gioco e l’interazione fra opera e spettatore hanno in questo un ruolo importante.

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Installation view, art of the World, Artgeneva 2016

In fiera ad esempio mi sono molto divertita ad entrare nell’ironico quanto assurdo  castello della paura eretto dall’artista svizzero Augustin Rebetez.Una struttura in legno con tanto di biglietteria all’ingresso in cui eravamo invitati ad entrare. Dentro, al buio, ho guardato un video in cui i miei sensi venivano sollecitati da una sequenza di rumori stridenti e da una una serie di azioni veloci causate da oggetti nell’atto di cadere, rompersi, precipitare, scoppiare. L’opera  era un omaggio alla prossima realizzazione, a Losanna, del Polo Museale che vedrà riunire il Museè dell’Elyseé e il Museo delle Arti Applicate e del Design. Divertente ed inquietante come tutte le cose nuove che stanno per accadere.

Ma non finiva lì. Il divertimento e l’entusiasmo per il gioco li ho poi ritrovati nella presentazione di una serie di progetti  di artisti che hanno realizzato delle opere come giochi pubblici. I progetti presentati dall’organizzazione  Art of the world sono stati realizzati in molte parti del mondo.

Infine, prima di uscire dalla fiera ho trovato la presentazione di un progetto che si aprirà a Zurigo alla fine di Febbraio, dal titolo “The Playground Project”:  una esposizione di sculture ludiche dedicate ai bambini, realizzate nel corso  di cento anni di storia.  

Nel foglio del progetto annunciato si legge: Ritroviamo il gusto dell’avventura! è per questo che sono uscita dalla fiera convinta che lo spirito di partecipazione e di reale interazione con il pubblico sarà a tutti i livelli la nuova sfida per l’arte.  

L’arte può essere un gioco?

Claire Ashley performance
Claire Ashley performance “Ruddy Udder Dance, 2012

L’arte contemporanea può proporsi come esperienza accessibile e a tutti? Ci sono artisti che ci credono più di altri: una di questi è Claire Ashley. L’artista, scozzese di nascita, vive e lavora ormai da anni a Chicago; è una performer, pittrice e scultrice.

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Claire Ashley, distant landscapes peepdyedcrevicehotpinkridge

Lavora con i colori come lavorerebbe un’artista di street art, ma i segni  invece di espandersi sui muri vivono sulle superfici di grandi forme gonfiabili che lei colloca nello spazio, invadendolo. Queste forme sono come delle masse informi, le sue installazioni si espandono nello spazio, lo occupano fino a debordare dagli edifici stessi. Quando le vedi creano stupore: sono come una giungla immaginaria; poi, quando l’artista ti propone di entrarci dentro e di far parte di una performance, ti divertono fino al pieno coinvolgimento dei tuoi sensi. Ashley con l’arte riesce a giocarci e farci giocare anche noi, il suo lavoro ricorda  in qualche modo la libertà espressiva e felice delle composizioni di Joan Mirò.

Le sue opere, infine, non mancano d’ironia. Lo si può ben vedere nei titoli che sceglie, uno per tutti: l’opera della “Frizzleflopsqueezepop”?.