22 Aprile, Earth Day

earth dayOggi, 22 aprile, si celebra l’Earth day, la giornata internazionale della Terra. Teniamolo con cura in mente perché le cose non vanno affatto bene! Oggi ricorre infatti il 45esimo anniversario di questo evento e ancora poco si fa per il nostro pianeta, oltre a spolparlo, distruggerlo e inquinarlo.

La storia di questa data cammina di pari passo con la storia del movimento ambientalista. La giornata della Terra nasce infatti nel 1970, negli Stati Uniti, in un momento in cui il fermento delle novità era scandito dagli ultimi album dei Beatles, dalla prodigiosa chitarra di Jimi Hendrix e dalla melodia inarrivabile di Bridge Over Troubled Water di Simon & Garfunkel. Gli States cercavano faticosamente di uscire da una guerra disastrosa, quella del Vietnam, in cui era stata decimata la nuova generazione di americani e le proteste studentesche erano all’ordine del giorno. Tuttavia l’attenzione non era ancora focalizzata sull’ambiente ed erroneamente la maggior parte della gente credeva che un po’ di “pollution” fosse lo scotto da pagare per il benessere. A cambiare le cose fu un libro Silent Spring di Rachel Carson del 1962 (Feltrinelli, 1999), venduto in più di 500.000 copie.

Nella prefazione del 1999 scritta da Al Gore si legge: “Il libro di Rachel Carson, pietra miliare dell’ambientalismo, è la prova innegabile di quanto il potere di un’idea possa essere di gran lunga più forte del potere dei politici”. La Carson, biologa marina, lucidamente descrisse l’impatto distruttivo dei pesticidi, e per prima parlò della necessità di portare rispetto all’ambiente che ci circonda (il Silenzio della primavera nel titolo del libro si riferisce al silenzio che si avverte nei campi in primavera dovuto all’avvelenamento di molte specie animali).

Nel 1970 il senatore del Wisconsin Gaylord Nelson, ispirato dai movimenti studenteschi anti-guerra, coinvolgendo altri rappresentanti politici  promosse un teach-in nazionale che coinvolse 20 milioni di americani. Da allora ogni anno il 22 aprile si celebra il giorno della Terra. Ci uniamo al messaggio del segretario delle Nazioni Unite Ban-ki Moon il quale in questo giorno speciale chiede “che ognuno di noi sia cosciente dell’impatto che le nostre scelte hanno sul pianeta e cose tale impatto potrà significare per le prossime generazioni”

Pronti a ballare?

Vogliamo continuare questa settimana che si preannuncia triste e grigia mettendo un po’ di musica? Vi dispiace se ci dedichiamo a quella un po’ demenziale, tipo il motivetto che ti entra in testa e non ti abbandona più?

Allora parliamo della star del momento che canta la hit del momento… Mi riferisco a Psy, artsita coreano, che con il suo tormentone Gangnam Style ci sta facendo impazzire.

Affrontiamo però l’argomento seriamente, inannazitutto parlando del nuovo pop coreano, il cosiddetto K-pop (abbreviazione per Korean pop) che sta all’origine del Gangnam Style. Questo tipo di musica nasce alla fine del secolo scorso, al termine degli infiniti conflitti che avevano visto la Corea del Sud protagonista di indicibili sofferenze, quando questa eccezionale nazione decide di reinventarsi. Il nuovo livello di vita rende i coreani più propensi al divertimento. Nascono dunque, in un tessuto sociale in fermento,  a livello artistico, nuovi modi di esprimersi alcuni dei quali si rifanno alla tradizione occidentale, che però viene completamente reinterpretata in chiave neo-orientale, ovviamente non tutti allo stesso livello quanto a originalità e creatività.

Sulla scia delle boys bands occidentali nascono infatti boys bands coreane composte da innumerevoli cantanti e ballerini, funanbolici e istrionici.

Il magazine americano Rolling stone dà la seguente definizione di K pop  «il K pop è una miscela di musica occidentale alla moda e pop giapponese ad alta energia, che attacca le orecchie di chi ascolta con ganci ripetuti, si eprime a volte in lingua inglese, fondendo canto e rap ed enfatizzando le performance visive».

Torniamo a Psy, non più giovanissimo, conosciuto fino a questa estate come cantante, rapper, ballerino e produttore solo nell’ambiente coreano e definito oggi dal segretario generale dell’ONU Ban Ki Moon «un uomo che con la sua energia può aiutare ad uscire dalla palude della crisi mondiale». Mica male no? Il suo video su you tube è naturalmente virale ed é di oggi la notizia che è stato cliccato 805 milioni di volte. Da luglio, quando è uscito il suo motivetto, è stato ballato non solo in tutto il mondo, ma da tutto il mondo (persino il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, durante la sua campagna elettorale promise che lo avrebbe ballato privatamente a Michelle una volta rieletto alla Casa Bianca). Non si contano i flash mob che l’hanno utilizzata come colonna sonora!

Noi ve lo vogliamo mostrare ballato da un danzatore di eccezione, che con questo video ancora una volta ha sfidato il governo del suo paese, per sottolineare quanto sia importante la libertà dell’arte e dell’artista.

Vi presentiamo dunque Ai Weiwei che danza Gangnam Style di Psy. Godetevelo!