Tempo di gite: tra i fiori dell’iris e arte contemporanea

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Tempo di gite ve ne proponiamo una se c’è il sole. 

E’ una visita per sorprendervi. Natura e arte, colori dei fiori e sculture, assieme alla migliore organizzazione svizzera. Tutto questo è dentro Les Jardine du Chateau de Vullierens, non lontano da Morges nel canton Vaud. Il giardino fin dal 1955 si apre ai visitatori grazie alla generosità dei proprietari, la famiglia Bovet, per lasciarvi ammirare la più bella e vasta fioritura  di iris. Ve ne sono riunite tantissime varietà anche delle meno conosciute e più rare: è uno spettacolo di mille colori. I giardini, che ospitano anche tante altre varietà di piante, costituiscono una gioia dei sensi.vullierens7

Se passeggiare nel giardino del castello è già uno spettacolo, sarete sorpresi e ancor più incuriositi dalla collezione di sculture che è stata installata lungo tutta la passeggiata. La qualità delle opere esposte non è sempre eccellente, ma vorrei segnalarvi una bella scultura dell’artista americana Beverly Pepper, assieme all’opera cinetica e sonora “ Big Bang” di Etienne Krähenbühl, realizzata con 1600 pezzi di metallo sospesi che evocano un pianeta o un grande atomo visto al microscopio .Un concentrato di materia e di energia.

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Etienne Krähenbühl, Big Bang, 2009

Ancora interessante, infine, la struttura fatta di listelli di legno intrecciati  tra loro dell’artista ginevrina  Mireille Fulpius, dal titolo Paradigma, che invita il visitatore ad entrare e perdersi.

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Beverly Pepper

Non mancano purtroppo alcune brutte fatine di bronzo che decorano la camminata, ma nell’insieme rimarrete affascinati dalla bellezza che vi circonda.

La visita continua poi passando attraverso un book shop fatto di profumi dell’iris, cuscini , bulbi, marmellate e prodotti naturali, per poi finire in uno spazio interno dove potrete vedere una mostra temporanea dal titolo Jeunes Pousses:  una mostra collettiva di 27 giovani artisti presentati in collaborazione con Il Centre d’arte contemporain d’Yverdon-les Bains.

Ci sono lavori più o meno interessanti, alcuni all’esterno altri nello spazio non grande,ma molto suggestivo, del fienile.  Troverete un bouquet che scoppierà nel video di Ursula Palla o delle foto di frutti sconosciuti di  Valentina Pini. 

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Mireille Fulpius, Paradigma

Uscirete e ci sarà ad aspettarvi una piccola e ben organizzata caffetteria. Tutto è stato pensato e bene articolato: un’eccellente organizzazione. Resta un po’ la delusione per l’elenco delle opere esposte con i relativi prezzi; opere messe alla pari con le saponette del bookshop, ma questo  -si sa – è ormai il prezzo da pagare per la convinzione che l’arte debba autofinanziarsi e rientrare in un qualsiasi business commerciale.

Forte come il ferro ostinata come la ruggine: l’opera di Beverly Pepper

Beverly Pepper
Beverly Pepper

Riprendendo un filone che abbiamo seguito la scorsa settimana oggi vorrei parlare di un’ altra scultrice, nata nella prima metà del XX secolo e riconoscibile in quel gruppo di donne che hanno sfidato con forza e con monumentalità il campo delle plastica. L’artista è l’americana Beverly Pepper. Nata a Brooklyn, ha studiato con Fernand Leger e André Lhote a Parigi. Da sempre legata alla cultura italiana, nel 1962 venne invitata dal critico Giovanni Carandente a lavorare nelle fabbriche dell’Italsider con gli scultori Alexander Calder e David Smith. Le opere realizzate in quell’occasione verranno esposte nel contesto urbano della città di Spoleto.

Dal 1951 vive a Todi.

A parte i suoi primi lavori in legno e cera, il suo materiale è il ferro e il suo laboratorio ideale è l’officina. In seguito, quando scopre l’effetto della ruggine, diviene una delle prime artiste ad usare il corten.

Beverly Pepper, Sentinels, New York
Beverly Pepper, Sentinels, New York

Le sue opere passano da essere totem di grandi dimensioni, che riecheggiano le forme di grandi utensili industriali a elementi che si inseriscono nel paesaggio e ne seguono le linee.

In questo momento il lavoro dell’artista è visibile a Roma nello spazio urbano attorno all’Ara Pacis: vi sono grandi forme concentriche in corten che vibrano nello spazio.

Beverly Pepper, Drusila, 2014, Ara Pacis, Roma
Beverly Pepper, Drusila, 2014, Ara Pacis, Roma

Sono forme ben salde e possenti , ma allo stesso tempo sono come tracciate con una mano su un foglio, restando quindi il frutto di un segno di pura energia vitale. L’effetto è messo tanto più in evidenza dal loro equilibrio instabile. Questa installazione presenta la dicotomia di esprimere un libero gesto formale ma allo stesso tempo di dar vita anche ai valori più alti della scultura. Anche per questo la sua modernità dialoga in modo autentico con l’opera architettonica di Richard Meier e con il grande monumento classico romano dell’Ara Pacis.

Beverly Pepper, mostra all'Ara Pacis, Roma, 2014
Beverly Pepper, mostra all’Ara Pacis, Roma, 2014

L’installazione sarà visibile fino al 15 marzo un occasione per conoscere come l’artista sia riuscita a fondere bene la cultura americana con il suo amore per l’arte e la vita italiana.

Beverly Pepper all’Ara Pacis”, Museo dell’Ara Pacis, Roma 3 dicembre-15 marzo.

Catalogo della mostra ital-ingl, con scritti di Paolo Luccioni, Roberta Semeraro, Gianluca Marziali, Anna Imponente, edizioni Gli Ori.