Chi semina raccoglie

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Se credete che le biblioteche siano “ luoghi di trasmissioni del sapere e della conoscenza, e spazi per incontrarsi, scoprire e condividere” allora la pensate come Christian Liechti, responsabile della Biblioteca municipale di Saint-Jean a Ginevra. E’ proprio in questo luogo che ha inizio un nuovo progetto che mi è sembrato molto interessante: ne ho letto domenica scorsa sul quotidiano Le Matin (articolo di Gisèle Voegeli). Il progetto consiste nel dedicare uno spazio della biblioteca alla Grainothèque, ovvero un luogo ove si portano i più svariati semi per condividerli. Semi di fiori, frutta, verdure, del nostro giardino, che vengono lasciati dentro piccoli sacchetti di carta, con sopra scritta la data di produzione, il nome della specie e se possibile anche una piccola foto o disegno della pianta che generanno.  Lo scopo è quello di rafforzare e difendere la biodiversità, far sopravvivere piante locali, antiche, particolarmente adatte al territorio. La biblioteca facilita in questo modo una migliore conoscenza dell’ambiente in cui viviamo e trasmette il valore di un consumo rispettoso e responsabile.3486

Il 2010 è stato l’anno internazionale  della biodiversità e sono nate anche in Italia molte banche del seme per salvaguardare le diverse piante del mondo. E’ bello pensare che dentro una biblioteca si possa contribuire a questo lodevole intento.

Côté Suisse

vuesaeriennes01_copyright_geneve_tourisme_1Su un territorio di appena 16 Km quadrati, tale è l’estensione della città di Ginevra, ci sono 20 musei, fra pubblici e privati. La città spende il 22% del suo budget annuale per la cultura. Tuttavia come Philippe Vignon, patron di Genéve Tourisme  ha dichiarato “Ginevra è molto brava nel savoir-faire ma decisamente mediocre nel faire-savoir”, infatti la sua pecca principale è quella di non essere in grado di fare una convincente “promozione culturale”.

Finalmente chi doveva interessarsi di questa fondamentale verità se n’è accorto. Ginevra finora ha vissuto un singolare paradosso. Città attivissima dal punto di vista culturale, capitale della musica classica ed elettronica, della danza moderna e del teatro d’avanguardia non si è mai preoccupata di promuovere questa sua vocazione, tagliando fuori di netto le migliaia di possibili frequentatori stranieri degli eventi e creando quasi una casta di iniziati al corrente delle diverse offerte culturali.

Alexandre Demidoff, editorialista di Le Temps ha messo il dito nella piaga affermando che Ginevra a tal argomento si dimostra : “Aristocratica fino all’indifferenza, e favorisce una cultura tra pochi, a prescindere dai profitti, simbolici, narcisistici ed economici, che tale offerta può portare”.

La soluzione a ciò che è stato definito “calvinismo in materia di politica culturale” è quella di puntare sui musei nonostante le loro pecche e i loro ritardi nelle infrastrutture, gli esperti hanno riscontrato che per far risorgere Ginevra come capitale culturale al pari di altre città europee è necessaria un’icona, come il Guggenheim per Bilbao, come la Fondazione Beyeler per Basilea. Chissà se la sfida verrà accettata dalla municipalità. Per quanto riguarda noi italianintransito e tutti gli altri expat della città non vediamo l’ora che le cose cambino per poter godere in qualche modo della vitalità culturale di Ginevra, per noi semi sconosciuta! Che dire? Ci auguriamo che la città di Ginevra si accorga e sia clemente con i non iniziati, ma affamati di cultura… e ce ne sono tanti!

 

English version

Over a land area of just 16 squared kilometres, in the westernmost tip of Switzerland, you will find the city of Geneva and its 20 museums. The city spends 22% of their annual budget on culture. However, as Philippe Vignon, head of Genéve Trouisme, states ‘Geneva has plenty of savoir-faire, but is mediocre in the field of faire-savoir’. The city’s biggest fault, in fact, is the lack of a successful marketing campaign to publicise the existence and extent of their numerous cultural attractions.

Recently, the people that were meant to take care for this aspect of Geneva’s cultural heritage, realised their mistakes. Until now, the city of Geneva has been paradoxically both very active in the cultural field, with important events taking place spanning from music, dancing, and theatre performances, while at the same time never really bothering to let people know about them, cutting out thousands of potential foreign visitors from seeing the city for the culturally rich environment it sustains. This creates a small group of privileged few that know about these events.

Alexandre Demidoff, editor of Swiss newspaper Le Temps, caused a stir stating that Geneva, when faced with the argument, is ‘aristocratic to the point of indifference, and favours a culture reserved for a fortunate few, without regards to the economic, symbolic and narcissistic profits that doing the opposite would bring’.

The solution to what was defined ‘calvinism in the field of political culture’, is to wager in favour of these museums regardless of their faults such as their lateness in building infrastructure. Experts’ reports claim that in order for Geneva to become an important cultural focal point like its European counterparts, it needs to find its iconic establishment, much like the Guggenheim in Bilbao or the Beyeler Foundation in Basel. Who knows whether this challenge will be taken up by the city’s municipality, who holds the power to make this change happen. All we know is that us Italianintransito, along with countless expats, cannot wait for a change in the city’s politics in order to enjoy the vitality around Geneva’s cultural life so unfamiliar to us. What else? We hope that the city of Geneva realises its mistakes for the culture-hungry population… After all, there are plenty of us!

POP UP!

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Qualche tempo fa (14 novembre) vi abbiamo parlato di libri d’artista e in modo particolare vi abbiamo fatto vedere delle opere di due artisti, uno di questi Tauba Auerbach è presente in questo momento a Ginevra con alcuni suoi libri nella mostra POP UP! presso  la Bibliotéque d’Art et Archéologie. La mostra si occupa di presentare diverse tipologie di  libri Pop Up, è una piccola selezione della biblioteca  ma è fatta con grande cura e qualità e sarà visibile fino al 31 maggio.

Tauba Auerbach
opera di Tauba Auerbach

Oltre all’artista americana Tauba Auerbach presente con delle opere di sapore optical sarà possibile vedere anche le opere dell’artista svedese Jockum Nordstrom che da sempre usa la carta e il cartone come materiale preferito e si esprime attraverso il disegno, costruendo delle storie come piccole scene teatrali.

Non mancano i libri per l’infanzia come la bellissima collana di Gallimard Jeunesse 2 Bleu o 600 pastilles noir.

600 pastlles noir , Parigi, Gallimard Jeunesse, 2007
600 pastlles noir , Parigi, Gallimard Jeunesse, 2007

Se poi vi colpirà una grande farfalla di carta colorata al centro di un grande libro aperto per metà su due grandi fogli azzurri come il cielo,   guardate bene e scoprirete che quel libro è del famoso artista inglese Damien Hirst e ha un titolo lungo: I want to spend the rest of my life everywhere, with everyone, oneto one,alwys,forever, now edito a Londra nel 1998 Booth-Clibborn.

A me  ha colpito moltissimo anche il lavoro di Francesca Gabbiani, un’ artista che dal nome pensavo italiana invece è canadese, in mostra presenta un libro pop up tutto bianco costruito come degli origami d’architetture che ti sorprendono per la loro ricchezza di particolari e accuratezza.

Francesca Gabbiani, White Book, 2005
Francesca Gabbiani, White Book, 2005

Il libro d’artista è un campo di lavoro che si rinnova ogni volta,  nella guida alla mostra si legge che i libri pop up esistevano già nel XVII secolo ma è nel XIX che il genere si sviluppa con la nascita dei libri per l’infanzia. Nel XX secolo  il pop up  si afferma e viene usato come campo di sperimentazione dagli artisti che con editori coraggiosi realizzano delle vere e proprie sculture fantastiche.

Nei mesi della mostra, la biblioteca ha organizzato degli atelier per la costruzione di libri pou up  e una serie di conferenze il calendario lo potete trovare sul blog www.mahgeneve,ch