Pellegrini… non per caso!

Itinerarium Egeriae ad loca sanctaHo viaggiato un intero giorno per ritornare a casa. Sono passata da aeroporti affollati, ho aspettato pazientemente il decollo, seduta diligentemente al mio posto, in un aereo che ha impiegato più di un’ora per avere l’ok e volare via, e mi è sembrato un ritorno faticoso e difficile.
Per caso durante la lunga attesa ho letto, nell’immancabile e spiegazzato giornaletto contenuto nella tasca del sedile anteriore, un interessante e strano, per collocazione, articolo e che ha risvegliato i miei ricordi storici e mi dà oggi l’occasione di parlare di una figura decisamente singolare.
Vorrei, infatti, raccontare di una donna, molto lontana cronologicamente, ma straordinariamente vicina quanto a spirito e iniziativa.
Una donna di cui non si conosce con esattezza identità, provenienza e stato, ma che ha compiuto un’impresa titanica. Il nome con il quale è conosciuta è Egeria, ed è nota per aver compiuto un lunghissimo pellegrinaggio fra i luoghi del giudaismo e del cristianesimo, di cui fu relatrice attenta, curiosa ed entusiasta tradendo un grandissimo interesse storico, linguistico, liturgico, religioso, antiquario e biblico, quanto mai singolare in un’epoca così remota, soprattutto per una donna.
Gerusalemme carta da Madaba
Vorrei parlarvi, brevemente, di una viaggiatrice ante litteram la cui storia è giunta a noi in modo fortunoso.
Il manoscritto contenente le peregrinazioni di questa donna straordinaria infatti fu ritrovato ad Arezzo nel 1887, proveniente dalla biblioteca del Monastero di Montecassino, fortemente mutilo, fra le altre curiosità lo scritto servì a Pietro Diacono (XII secolo) come fonte per la realizzazione di un trattato sui luoghi santi.il viaggio di Egeria
Si tratta di un’opera letteraria in lingua latina “volgare”, cioè priva di quelle espressioni classiche che si addicevano ad un buon documento. Tuttavia proprio questo latino volgare ricco di espressioni popolari ci dà la misura della curiosità e della capacità di osservazione dell’autrice. La figura di Egeria ha appassionato generazioni di studiosi. Nulla si conosce di lei con esattezza. Forse compì il suo viaggio intorno al 381, forse fu una monaca (lo si evince dal rispetto che suscitava fra vescovi e prelati che incontrò) ma potrebbe essere stata una ricca e influente signora, forse di stirpe regale, forse proveniente dalla Spagna, il suo carattere, la sua forza e la sua determinazione si intuiscono mano mano si procede nella lettura dei suoi scritti, delle sue descrizioni di luoghi, persone e azioni. Lucida, colta, curiosa Egeria intraprese un viaggio attraverso il Medio Oriente che la portò consapevolmente sulle orme non solo degli Apostoli e dei primi martiri, ma dello stesso Gesù Cristo. In nave fino a Costantinopoli e poi a piedi o a cavallo o su battelli, attraverso la Palestina, l’Egitto, la Fenicia, la Mesopotamia, l’Arabia.
L’ Itinerarium Egeriae ad Loca Sancta durò circa quattro anni, durante i quali la nostra misteriosa viaggiatrice toccò tutte le tappe più importanti dei luoghi citati nella Bibbia e nei Vangeli.
Al di là dell’itinerario scelto da questa donna coraggiosa, spinta da una profonda fede che la portò ad affrontare indicibili fatiche soprattutto per una donna, il tratto saliente della sua personalità è quello che caratterizza da sempre i viaggiatori che compiono con profonda curiosità e senza alcun pregiudizio ogni passo del loro lungo cammino.
Perché parlarne oggi? perché possiamo trovare nei suoi resoconti uno spirito moderno e una curiosità culturale che ancora oggi possono fare la differenza tra i viaggiatori e i turisti!

Il lungo viaggio dei Magi

Oggi ripubblichiamo un intervento dello storico dell’arte Lorenzo Cipriani:

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La storia dei re Magi inizia con l’apparizione di una stella ed è strettamente connessa a questo elemento di luce. Ma chi erano questi Magi? Il termine deriva da magos, che non significa mago, come si potrebbe intendere oggi. Al tempo di Gesù i maghi erano i ciarlatani, gli imbonitori. Secondo la tradizione, questi invece erano astronomi e sacerdoti zoroastriani. Quindi seguaci di un culto – quello di Zoroastro – che ha molto influito sulla nascita del Cristianesimo attraverso la religione Mitraica. Attestato in Persia fin dal VI sec a.C. e poi diffusosi in gran parte dell’Asia centrale aveva una forte relazione con gli astri, in particolar modo con il culto del Sol Invictus che fu il veicolo usato da Costantino per affermare l’allora sconosciuta religione Cristiana. Nella parola stessa che designa il profeta Zoroastro o Zarathustra  si trova la radice di astera e tutte le vicende legate alla sua leggenda biografica sono legate alla luce, fin dalla sua nascita avvenuta in una immersione di luce sovrannaturale.

Nei Vangeli sinottici è riportata la vicenda dei Magi solo in Matteo, dove ci si limita a nominarli come “Magi dall’Oriente”, senza indicarne né il numero (che si designa dai doni portati) né il nome. Queste ed altre informazioni si trovano invece in alcuni dei vangeli apocrifi: in quello armeno dell’infanzia e nel cosiddetto Protovangelo di Giacomo.

Ma come vengono rappresentati lungo il corso della storia dell’arte, come cambia la loro iconografia nel tempo?

I re magi, Sant'Apollinare Buovo, Ravenna
I tre re magi, Sant’Apollinare Nuovo, Ravenna

Nella basilica di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna: “I tre Re Magi” sono rappresentati vestiti con abiti orientali: ricche tuniche, cappello frigio e una sorta di pantaloni che per il tempo dovevano parere ben strani in occidente (sappiamo infatti che risale al Medioevo la cosiddetta “invenzione dei pantaloni”). Ma se volete vedere fra le più belle iconografie dei Magi di tutti i tempi, beh allora dovete andare agli Uffizi! Bisogna ricordare che il tema dell’Adorazione dei Magi fu uno dei più frequenti nell’arte fiorentina del XV secolo, poiché permetteva di inserire episodi marginali e personaggi che celebravano il fasto dei committenti; inoltre ogni anno, per l’Epifania, si svolgeva un corteo che rievocava la Cavalcata evangelica nelle strade cittadine. Qui trovate – tanto per fare alcuni fra gli esempi più noti – l’Adorazione di Gentile da Fabriano (1423), così sfarzosa ed elegante da essere il degno scenario per mettere in luce il committente Palla Strozzi, al tempo il cittadino più facoltoso di Firenze; ma anche quella di Botticelli realizzata nel 1475 per una cappella di Santa Maria Novella dedicata all’Epifania;

Sandro Botticelli, Adorazione dei magi, 1472
Sandro Botticelli, Adorazione dei magi, 1475

quella che Leonardo realizzò per i monaci di San Donato a Scopeto (1481-82), incompiuta eppure ritenuta per molto tempo uno dei maggiori capolavori dell’artista;

Leonardo, Adorazione dei Magi
Leonardo, Adorazione dei Magi,1481-82

e quella di Durer del 1504, vero e proprio capolavoro di tecnica pittorica, indagine naturalistica e composizione scenica, dove si assiste ad una delle prime rappresentazioni di uno dei tre re con la pelle nera, secondo quella che era l’immagine figurata delle tre razze umane (semiti, camiti, giapeti) e dell’universalità della religione portata dal Cristo.

Albert Durer, Adorazione dei Magi,Uffizi
Albrecht Durer, Adorazione dei Magi,1504, Uffizi

Potremo credere allora – alla luce di questa breve riflessione sulla straordinaria concentrazione di capolavori dedicati ai Magi degli Uffizi – che una stella cometa splenda ancora sopra i tetti di Firenze: esattamente fra ponte Vecchio e piazza della Signoria!