To be or not to be?

download (3)Nell’aprile 2014 cadrà il 250esimo anniversario della nascita di una leggenda della letteratura planetaria: William Shakespeare. Per festeggiare degnamente questo avvenimento si dovrebbe leggere il libro Shakespeare filosofo dell’essere, L’influenza del poeta drammaturgo sul mondo moderno e contemporaneo (Mimesis Edizioni, 2012) di Franco Ricordi, di non facile lettura, in verità, ma gradevole e illuminante. L’autore esplora l’influenza del drammaturgo inglese sulla contemporaneità, affermando che dopo Shakespeare le categorie amore, odio, potere non sono state più le stessa. Anzi proprio da Shakespeare esse sono state reinventate, poiché, meglio di chiunque altro prima di lui, egli è riuscito in tutta la sua opera a cogliere inquietudini e interrogativi di un uomo davvero «moderno». Il drammaturgo inglese ha offerto non solo agli uomini del suo tempo, ma soprattutto ai posteri, personaggi talmente sfaccettati con i quali ha anticipato gran parte del pensiero filosofico moderno e contemporaneo. L’interrogativo più famoso di tutta la storia del teatro “to be or not to be”, ha forgiato l’uomo moderno, essendo la summa degli interrogativi che egli si pone nei confronti dell’essere, del mondo, della propria esistenza.

Altro argomento per cui dobbiamo essere grati a Shakespeare è la sua visione del “tutto il mondo è teatro”, in cui il primo è un’immagine del secondo, ma è valido e plausibile anche il viceversa, in quanto il teatro è specchio e metafora del mondo.

Questo Shakespeare filosofo è precursore di Nietzsche, Sartre e Gadamer, ma anche della poetica del Leopardi. Tutti noi in qualche modo gli siamo debitori.

2013 Anno della Cultura Italiana in USA

logoIl 2013 é stato proclamato Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti, ed è stato promosso dal Ministero degli Esteri Italiano in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico e di quello dell’Istruzione, Università e Ricerca, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dalla Presidenza del Consiglio sostenuti da un notevole stuolo di compagnie private.

L’intento è quello di «proporre l’Italia del presente con le sue eccellenze, il suo valore ancorato all’oggi e alimentato dal suo ineguagliabile passato, e presentare l’Italia dell’innovazione che va avanti, fa progetti e guarda al futuro… La cultura e l’identità italiane saranno promosse, presentate e declinate in tutte le aree che caratterizzano, ieri come oggi, la tradizione italiana: arte, musica, teatro, patrimonio architettonico e paesaggistico, cinema, letteratura, scienza, design, moda, cultura alimentare».

Si tratterà di un enorme contenitore di eventi tutti italiani con un occhio particolare alle nuove generazioni che avranno visibilità grazie alla promozione di giovani talenti.

Il calendario degli eventi è nutritissimo: spettacoli teatrali, proiezioni, mostre, conferenze si susseguiranno in questo viaggio lungo un anno alla scoperta dell’Italia. In tutti gli States ci si farà in quattro per festeggiare la cultura italiana. Ad esempio a Washington si è pensata una curiosa iniziativa per celebrare l’evento. Infatti sui 200 autobus cittadini, oltre agli annunci pubblicitari, appariranno anche versi dei maggiori poeti italiani tradotti in inglese, che terranno compagnia a pendolari e turisti per tre mesi.

Gli Americani avranno così l’occasione di conoscere Leopardi, Pasolini, Ungaretti, Quasimodo, Pavese, Luzi, Foscolo, Penna, Lorenzo de’ Medici e Montale.

È chiaro che l’iniziativa è stata concepita e serve come grande vetrina di quello che è definito il «Brand Italia», solo in questa ottica infatti si capisce come fra i partners di questa grande celebrazione della cultura italiana trovi posto anche il marchio Beretta (che non è quello dei produttori di salumi…), cosa che sinceramente ci ha un po’ stupito, ma che pare non abbia messo in imbarazzo gli organizzatori.

Nonstante ciò la festa della cultura italiana può essere un buon momento per sollevare l’immagine dell’Italia all’estero.

Chissà se, come durante il rinascimento, torneremo mai ad essere «esportatori di cultura» e di quei valori tradizionali che ci rendono unici !

Chiacchiere del lunedì

… del Natale e delle altre feste comandate

“In un soffio siamo già a Natale”, “ormai manca poco al Natale”, “da qui a Natale é un momento”… Ma lo avvertite anche voi o è una nostra impressione che i tempi tendono a restringersi? Non vi ricordate quando invece i tempi si allargavano, quando ad ogni stagione si dava l’occasione di dilatarsi? L’estate maestosa e con la sua lenta e dolce fine, l’autunno con un po’ di melanconia e le prime nebbie, l’inverno con il suo desiderio di intimità e calore e  infine l’esplosione della primavera… Sempre più le nostre stagioni sono scandite invece dal marketing e dalla necessità di essere i primi a catturare l’attenzione del cliente (sfruttando per altro anche tradizioni che proprio non ci appartengono come Halloween e San Valentino!)…

Che sfinimento! Questi non sono i ritmi naturali!

– Basta! Appena sono entrata nel supermercato oggi e ho visto le prime decorazioni di Natale mi è venuto il mal di pancia. È possibile che ogni anno si cominci sempre prima con l’ipocrita serenata del dolce Natale?

– Non dirmi niente sui tempi del Natale e sul fatto che ogni anno la pubblicità del panettone arrivi sempre prima, per favore! I miei figli mi chiamano il Grinch! Non amo questo periodo dell’anno, preferisco il tempo delle castagne.

– Già è vero, ora non è tempo di castagne? Ridateci l’autunno, ancora ci sono le foglie rosse sugli alberi e già vedo sugli scaffali i primi babbo natale che mi guardano sornioni.

– … e della renna gigante, che fa già bella mostra di sé, che ne pensi? Inoltre da qui a Natale devo fare un miliardo di cose, e se mi fermo un attimo a pensare… il tempo per farle tutte davvero c’é! Natale non é domani.

– L’attesa del Natale è essenziale, ma per mantenerla viva e desiderata, come l’aria di  festa descritta dal Leopardi nel Sabato del villaggio, occorre viverla in un tempo breve ma intenso. Altrimenti quando arriviamo al sospirato 25 dicembre del panettone, delle lucine e di tutto quanto luccica e che ci vuol far commuovere non ne possiamo più e abbiamo già esaurito tutte le nostre emozioni.

Sono d’accordo! Riprendiamoci i nostri ritmi, aspettiamo che cadano le foglie, avviamoci verso l’inverno con passo lieve, restituiamo significato all’attesa del Natale!