Per mano

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Tra le cose della settimana passata che più mi hanno colpito vi è un piccolo articolo sul Corriere della Sera, di sabato scorso, che si intitolava: Obiettivo cambiare il mondo. Qui ho letto che Avaaz, il celebre movimento/rete di attivisti globali, ha individuato con un sondaggio le emergenze mondiali per il 2014, riassumendole così:

– Combattere la corruzione politica   54,72%

– Adottare una politica economica per il bene comune 42,99%

– Evitare catastrofi dovute al cambiamento  climatico 42,88%

In Italia gli aderenti ad Avaaz sono più di un milione e mezzo. Il desiderio di cambiare il mondo in meglio è un segno che ci fa ben sperare. Sempre più si sente il bisogno di farsi coraggio e accettare le responsabilità della realtà che ci circonda. In tal senso,  la foto di Papa Francesco per mano a Don Luigi Ciotti, nel giorno dedicato da Libera alla legalità e a al ricordo delle vittime delle mafie, è forse l’immagine migliore, il gesto più bello da ricordare.

 

Chiacchiere del lunedì

Andrea del Castagno, Umini illustri,
Andrea del Castagno, dal ciclo Uomini illustri, Pippo Spano

In pieno Rinascimento, Andrea del Castagno, pittore fiorentino, affresca la villa di Giuseppe Carducci, Gonfaloniere di giustizia, con un ciclo sugli uomini illustri. Non personaggi biblici o comunque legati alla religione, ma figure che si sono distinte per le loro qualità di uomini e di cittadini. Guardavo questi affreschi, riprodotti in un libro, e pensavo: ma oggi, nella nostra bella Italia, chi illustrerebbe Andrea del Castagno, se fosse ancora fra noi? Mi sono messa nei suoi panni e ho provato a figurarmi i soggetti per un ciclo degli italiani illustri del nostro tempo. Ho scorso figure e nomi e sono giunta alla conclusione che non sarebbero coloro che stanno maggiormente agli onori delle cronache, ma piuttosto tante persone impegnate per un mondo migliore, che si illustrano per la loro devozione incessante a una o più cause, nel corso di una vita intera spesa per gli altri.

Don Luigi Ciotti
Don Luigi Ciotti

Fra tutti, a mio modo di vedere, ne prevarrebbe uno: don Luigi Ciotti, sacerdote e animatore delle esperienze di impegno civile e cristiano più belle e vere che io abbia incontrato in Italia: la lotta alla droga,l’esperienza della strada come moneta di incontro e crescita comune, la lotta a tutte le mafie. Lo vedrei affrescato non in pose maestose o roboanti, da condottiero rinascimentale, ma in uno dei suoi tanti atteggiamenti di dialogo, di ricerca, di riflessione, di lavoro. Ci vorrebbe un artista capace di ritrarre un uomo che ha saputo aggregare persone e istituzioni in una lotta contro forze enormi e che oggi vive sotto scorta, perché minacciato dal male. E per saper ritrarre quella bella luce che traspare dagli occhi di chi sa di camminare, in buon compagnia, sulla strada della giustizia.

Una strada per l’Italia in crisi

Chi è fortunato lo ha conosciuto di persona e lo ha sentito parlare: Don Luigi Ciotti.  Fondatore, nel 1965, a Torino, del Gruppo Abele, nato per lavorare con i giovani o con gli adulti che hanno problemi di droga, prostituzione o AIDS.

Quando Ciotti parla è diretto, semplice, senza retorica. Le sue parole arrivano  dritto al cuore toccando temi complessi come la legalità, la solidarietà e le diseguaglianze. La sua testimonianza è concreta e fondata su una fede costruita sui fatti.

Tra le mille cose fatte per l’Italia, nel 1995 ha fondato Libera (www.libera.it), un’associazione che si è presa il compito coinvolgere la società civile nella lotta alle mafie. Libera è conosciuta perché, tra le tante altre cose che fa, riqualifica  i terreni confiscati alla mafia attraverso il lavoro dei giovani, uniti in cooperative. Si può lavorare sulle terre affidate a Libera anche come volontari, ricevendo così un’occasione di impegno civile più unica che rara.

Se non lo conoscete, potete avvicinarvi a lui leggendo il suo libro – edito dalla Giunti assieme alle edizioni del gruppo Abele – dal titolo La speranza non è in vendita. Il suo rigore, unito alla  scelta netta e senza timore di stare sempre dalla parte della giustizia, ci indicano quella che oggi è l’unica strada  di speranza per il nostro paese. Come recitava il motto di Giorgio La Pira (un politico italiano di non moltissimi anni fa), ripreso dalla lettera ai Romani di Paolo di Tarso, spes contra spem: la speranza anche quando apparentemente non c’è speranza.

Questo è Don Ciotti, un uomo che ci fa vedere un futuro diverso.