È quasi l’ora delle partenze e degli arrivederci (perché la parola «addio» l’ho sempre trovata così defnitiva…). Il tempo inevitabilmente trascorre e molti dei nostri figli sono (quasi) pronti a lasciarci.
Parlo di coloro che hanno finito la scuola e sono pronti a spiccare il volo da soli in un altro luogo diverso dal così ben definito e protetto «qui», proiettati verso un altrove che, sì fa paura, ma esercita anche una fortissima attrazione.
È stata per loro un’estate lunga e un processo lungo, attraverso il quale, ho colto, il desiderio di distaccarsi piano piano, senza fratture, da quello che è l’ambiente avvolgente e sicuro della famiglia e delle sue routine.
Fra qualche settimana loro saranno nel pieno della propria avventura e a noi rimarranno camerette ordinatissime e silenziose.
È su questo tema, quello della lontananza, che si basa una parte dei lavori di John Clang, giovanissimo fotografo di Singapore. Nella sua insolita serie intitolata Being Together utilizzando Skype e proiettori riunisce famiglie distanti migliaia di chilometri.
Il sogno di essere riuniti si compie nell’opera di Clang in modo digitale, ma non senza una profonda poesia.
