Chiacchiere del lunedì

Delphine Boël, The Golden Rule blabla
Delphine Boël, The Golden Rule blabla
Quando sento sollevarsi la polemica e l’ indignazione, penso sempre  This is contemporary art.
Questa volta è toccato al comune di Bologna di essere al centro delle polemiche: alla fine non ha resistito e ha rimosso l’opera incriminata. Stavolta si trattava di un video, realizzato dall’artista Cheryl Donegan, intitolato Head ed esposto nell’ambito della manifestazione “la scienza in piazza”, un evento sostenuto e curato dalla Fondazione Golinelli per la diffusione della cultura scientifica. Nel video si assiste alla performance di una donna che beve e sputa latte da una bottiglia, con crescenti riferimenti di carattere sessuale.
Naturalmente, curiosa come sono delle cose dell’arte, sono andata a vedermi il video e dopo averlo fatto mi è venuto da domandarmi se sia stata o meno una scelta in linea con le finalità della manifestazione: non vedo una correlazione stretta tra questa opera e il tema della cultura scientifica, anche se in questa edizione si parla di scienza con riferimento al cibo.
Però il video mi è piaciuto. Si tratta di un’opera per niente banale, che vuole svegliare e provocare una riflessione su come il corpo e la sessualità delle donne vengano sempre utilizzati in maniera inappropriata. Il video ha poco di scientifico, certo, ma è una denuncia di tutte le porcherie sulle donne e sul loro corpo, che ci vengono propinate attraverso la pubblicità, per vendere beni di consumo come profumi, liquori o auto. La bottiglia del latte sta là, in bella mostra, al centro del video e i richiami al sesso sono espliciti, così come lo sono in tanta – troppa – comunicazione di massa attorno a noi.
Ciò mi fa dire che a me il moralismo di chi lo ha criticato come un’opera oscena fa veramente ridere, specialmente se penso alla passività con cui ci sottomettiamo alle immagini pubblicitarie farcite di donne falsamente provocanti. Insomma, a me questo video non sembrava un lavoro da censurare: tutt’al più da mettere nel contesto giusto, affinché il suo messaggio potesse essere più diretto ed efficace.

Chiacchiere del lunedì

In questi giorni le notizie incalzano. Entrano nella mia casa come uragani; prima ci incuriosiscono poi ci lasciano amareggiati e disorientati:  un stupido film dissacratorio su Maometto, causa rabbia e costernazione in tutto il mondo; in Italia il malcostume e gli scandali non si riescono più a contare e, come se non bastasse, la consigliera regionale della Lombardia, Nicole Minetti, ci sfida e ci provoca  sfilando in passerella come una vincitrice raggiante.

La provocazione, e lo sanno bene gli artisti, che la usano, può essere un mezzo per trasmettere il messaggio del proprio lavoro,  ma io comincio ad essere stanca del suo uso smodato e irresponsabile.

Si hanno esempi delle due forme di provocazione anche nella vita quotidiana. A scuola l’insegnante provoca per incuriosire chi l’ascolta  e favorire l’apprendimento. Peccato che poi siamo circondati da provocazioni usate solo a fini  commerciale o, peggio, per affermarsi sugli altri in maniera prepotente. Ecco, queste ultime mi irritano, perché lasciano nella testa solo spazzatura: tutta questa comunicazione sciocca serve solo ad azzera le energie . BASTA, INDIGNAMOCI e rifiutiamo tutto ciò che ci offende ed è prepotente.

Non cerco la  censura, che è una forma di inciviltà,  ma credo che la libertà di espressione si debba confrontare col rispetto degli altri. Confesso che questo flusso di notizie, questo poter andare tutti in onda a dire qualsiasi cosa e sconvolgere il mondo mi mette in subbuglio.