Res gestae divi Augusti…

pappagallo… è una lunga lista, scritta dallo stesso Ottaviano Augusto, di tutte le cose memorabili da lui compiute, che si conclusero con la creazione di un impero duraturo e potente.

Nel 2014 si celebra il bimillenario di Ottaviano Augusto, morto il 19 agosto del 14, e per festeggiare degnamente questa data a partire dal 18 settembre prossimo verrà riaperta a Roma la casa dell’imperatore sul colle Palatino e quella della moglie Livia attigua alla prima, restaurate in tutta la loro magnificenza dopo oltre sei anni di chiusura al pubblico.

Venute alla luce nell’800 le due dimore si trovavano in uno stato di quasi completo abbandono con infiltrazioni di umidità che ne minavano le basi. Grazie a stanziamenti straordinari e all’opera di restauratori che hanno lavorato indefessamente le stanze dell’imperatore e della consorte brillano oggi di nuovo splendore. Gli affreschi caduti della stanza da pranzo di Livia sono stati completamente recuperati. Le stanze affrescate della biblioteca greca e latina di augusto hanno recuperato i loro colori. Nuovi particolari dimenticati sono venuti alla luce, come l’immagine di un pappagallino giallo o le decorazioni a festoni che ricordano un giardino.

“La Casa di Augusto al Palatino rappresenta non solo un luogo denso di significato storico, ma costituisce anche uno degli esempi più raffinati ed eleganti delle pitture che decoravano gli ambienti delle abitazioni patrizie”, insomma un gioiello recuperato, in cui grande importanza hanno avuto anche le soluzioni tecniche adottate per sanarne i problemi.

 

Risorse

Quante volte abbiamo sentito dire: il patrimonio  artistico  è l’unica risorsa per l’’Italia. C’è chi in esso vede un elemento di attrazione per turisti che attraverseranno l’Italia in lungo e in largo, intenti a “spendere” in tutti i sensi le loro vacanze. C’è chi invece vorrebbe puntare a fortificare le nostre scuole, le accademie e i musei come luoghi di conoscenza, per puntare sulla specializzazione di tutti quei settori  legati alla cultura, nel nostro paese. L’Italia al centro dell’Europa per l’arte, così l’arte sarà la nostra forza. In Inghilterra si andrà a studiare l’inglese, ma l’arte si studierà in Italia.  Tra i vari settori da sviluppare  senz’altro le scuole di restauro sono al centro di questo rinnovamento : dovrebbe essere potenziate in modo da permettere la formazione di tante professionalità e di nuove conoscenze.

gurrieri

A questo proposito mi sembra una buona notizia  l’uscita del Dizionario generale del restauro curato da Francesco Gurrieri, edito da Mandragora, realizzato con la collaborazione  dell’Università Internazionale dell’Arte e con la Regione Toscana.  Nel volume si trovano raccolti i principi della conservazione architettonica, con la terminologia di base. Il dizionario, inoltre, si divide in sezioni che affrontano i vari ambiti del restauro : quello archeologico, quello dei siti e dei monumenti, il restauro dei reperti archeologici, il restauro delle opere storico artistiche e infine il restauro dei documenti grafici.

Un lavoro importante per intraprendere quella strada di cambiamento tanto auspicata da tutti noi italiani, in materia di rispetto e di conservazione dei nostri beni.

“Natura non rompe sua legge”

Non tutti sanno esattamente che cos’è il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci.

Si tratta della collezione di manoscritti e disegni di Leonardo (1750 disegni su 1119 fogli) che meglio ci è stata tramandata e che meglio rappresenta gli ultimi 40 anni della vita di Leonardo da Vinci come scienziato e intellettuale. Dopo l’ultimo restauro (oltre 40 anni fa) il Codice, conservato nei caveux della Biblioteca Ambrosiana di Milano, era stato rilegato in fascicoli. Nel 2007 si era sparsa la notizia che su di esso erano comprase temutissime macchie nere, attribuite allora alla muffa. Le suore benedettine di Viboldone, sotto il controllo dell’Istituto Nazionale di Patologia

del Libro, della Commissione Vinciana e con il sostegno delle analisi effettuate alla Sapienza di Roma, ebbero l’incarico di procedere alla sfascicolazione del volume vinciano, riportandolo alla forma che aveva assunto nel ‘500. Infatti, nel XVI secolo il pittore Pompeo Leoni era riuscuto a radunare molto materiale degli studi di Leonardo e fra gli altri circa 2000 fogli isolati e di varia grandezza, che l’artista organizzò in due grossi album: uno con i disegni artistici, divenuto proprietà dei reali d’Inghilterra e attualmente citati come Fogli Windsor, l’altro contenete disegni di carattere prettamente meccanico e geometrico, che prese il nome di Codice Atlantico. Al termine del lavoro di sfascicolazione e ricomponimento operato in due anni dalle suore benedettine, la Biblioteca Ambrosiana con il contributo della  Fondazione Cardinale Federico Borromeo e della Banca Popolare di Bergamo ha programmato fra il settembre del 2009 e il giugno del 2015 ventiquattro mostre tematiche dedicate al grande Leonardo da Vinci utilizzando i fogli del Codice Atlantico.

Il 12 giugno si è aperto il dodicesimo evento curato dal professor Pietro Carlo Marani e da una carissima amica la dottoressa Rita Capurro, che si è occupata anche del catalogo della mostra.

La dodicesima esposizione intitolata Leonardo scienziato della terra è dedicata alle incredibili intuizioni e ai disegni riguardanti lo studio del pianeta.

Nel catalogo leggiamo «L’approccio vinciano agli studi sulla terra considera gli elementi connessi alla sua forma, dimensione e relazione con altri corpi celesti. […] Quando egli affronta lo studio della terra si pone in un atteggiamento in primo luogo di osservazione e misurazione, in un’ottica che potremmo definire più propriamente geografica. […] Quando invece approfondisce aspetti più propriamente delle scienze geonomiche, lascia emergere un’attenzione specifica all’osservazione integrata a considerazioni intuitive, secondo un metodo che appare molto affine agli studi nostri contemporanei di scienze della terra. […] ».

La mostra come le precedenti, si protrarrà per tre mesi ed è suddivisa in due sezioni: la prima presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana – Sala Federiciana, Piazza Pio XI, 2, e la seconda presso la Sagrestia Monumentale del Bramante, ingresso da Via Caradosso, 1.

C’è molto da imparare dai disegni a volte visionari di questo ambientalista ante litteram, che ha fatto dell’osservazione e della comprensione della natura l’arma del suo sapere, il punto di partenza per la comprensione non solo dello spazio fisico che circonda l’uomo, ma della natura umana stessa.