Il Buono, il Brutto e il Cattivo

Innanzitutto prima di immergervi nella lettura di questo post create l’atmosfera adatta e cliccate sulla colonna sonora

Appena partiranno le famose note della composizione di Ennio Morricone, capirete immediatamente di cosa stiamo per parlare!

La pellicola di Sergio Leone, in italiano Il Buono, il Brutto e il Cattivo, compie 50 anni e ora come allora rimane una pietra miliare nella cinematografia occidentale. Considerato il capolavoro degli spaghetti western, il film ha avuto un profondo impatto sulla cinematografia e sulla cultura posteriori. Il genere creato da Sergio Leone fra gli anni 60′ e 70′ del secolo scorso, e sua eredità, era girato con budget limitati, cosa che portava necessariamente ad innovazioni coraggiose che sfociavano in originali tecniche di narrazione. Fin dall’inizio della pellicola si intuisce che il lavoro di Leone sarà di spavalderia visiva, un’opera in cui  non è tanto importante cosa accade, ma come accade. Nella scena finale, considerata ad oggi, una delle più belle scene mai girate, Leone rinunciando al taglio e al montaggio della pellicola, che accorcia e affretta i tempi eliminando tutto ciò che non sembra influente sulla storia, è molto più interessato a salvare il momento, a renderlo durevole, creando una suspence che si infrangerà nell’esplosione della pistola. Insomma cristallizza il tempo e l’azione prima del gran finale. Le pellicole di Sergio Leone sono entrate a buon diritto nella storia del cinema e hanno influenzato registi del calibro di Quentin Tarantino (che cita l’illustre predecessore in numerosissimi film da Pulp fiction a Kill Bill e Django unchained) Martin Scorsese, Robert Zemeckis, Brian De Palma e tanti altri.

 

21 ottobre 2015, welcome in Back to the future day!

Ritorno-al-Futuro-ottobre-2015-640x359Ieri è stato il giorno programmato per l’arrivo nel futuro dei due protagonisti del secondo episodio della saga di Ritorno al futuro, il film diretto da Robert Zemeckis, che trent’anni fa ci tenne inchiodati alle poltrone dei cinema, i cui protagonisti erano Michael J. Fox, studente liceale, e Christopher Lloyd, detto Doc, una genio che era riuscito a costruire una macchina del tempo. La trilogia divenne in breve tempo un cult.

Il futuro che ci presentava il film aveva catturato l’immaginazione di milioni di spettatori e alcune delle trovate erano effettivamente premonitrici, se si eccettuano le auto volanti, gli hoverboards (gli skateboards senza ruote usati dal protagonista) e gli abiti che si auto aggiustavano a seconda della taglia di chi li portava.

L’utilizzo dei robots per portare il cane a spasso era un po’ sovradimensionato nel futuro immaginato dagli autori, ma indubbiamente ci stiamo avvicinando all’utilizzo massiccio dei droni. La biometria con la scansione della retina e delle impronte digitali per il riconoscimento delle persone è ormai una realtà. Perfino gli occhiali indossati dal protagonista assomigliano in modo impressionante a quelli inventati da Google e, sebbene di Internet non ci sia traccia, gli autori proposero la video chiamata.

Una menzione speciale la dobbiamo alla “macchina del tempo” che i protagonisti utilizzavano per “tornare” al futuro. Venne scelta una DeLorean, che non era un’auto molto nota, ma che godeva di un design inconfondibile che poteva essere facilmente associato al film, con le portiere futuribili che si aprivano come delle ali.

Insomma i protagonisti si ritrovano a vivere un’avventura in un credibile, a noi del futuro invece non è ancora data la possibilità di scorrazzare avanti e indietro nel tempo!

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