Lingua è potere!

Un paio di anni fa Limes, la rivista di geopolitica, aveva dedicato un quaderno alla lingua che s’intitolava Lingua è potere (periodico annuale, Anno 2 n.3). In uno dei saggi iniziali si metteva in risalto che la lingua non “è mai innocente” e può essere usata anche per stabilire una vera e propria egemonia.

Affinché sia adottata da un paese, non importa che ne sia anche la lingua ufficiale: è sufficiente che il paese vi ritrovi una forma di attrazione per i modelli culturali da essa ispirati (basti pensare all’inglese).

Nel saggio di Roberto Molinacci si finiva con il sottolineare come oggi il cinese, lingua ostica e difficile, sia diventato un idioma “desiderabile”. Il paese di mezzo, Zhong-Guo (centro del mondo)  – come i cinesi definiscono la Cina – grazie al suo sviluppo economico e alla sua imponente presenza all’estero ha trasformato il cinese in “una delle lingue più insegnate negli Stati Uniti”. L’autore dell’articolo si domanda: non è che, grazie al boom economico di un altro colosso come il Brasile, “portoghese e cinese saranno le lingue del XXI secolo?”

Per chi si sentisse come noi spacciato per le lingue, ma costretto a stare “in transito”, abbiamo trovato una succosa notizia che ci fa sperare per il futuro. Infatti il Sole 24 ore del 5 febbraio scorso ha pubblicato una breve articolo dal titolo Impara le lingue chattando.

Infatti é partito Verbling, un sito cui si potrà accedere per parlare con speaker madrelingua. Per ora, però, in linea si trovano solo spagnoli e inglesi.

E se anche questo non ci aiuterà, non ci resta che rimanere muti e, come l’attore Jean Dujardin nel bellissimo film The Artist, imparare a ballare il tip tap.