Visions du Réel

Nyon, cittadina pigramente distesa sui bordi del lago Lemano, è famosa ai più perché qui si trova la sede della UEFA (e dei suoi scandali), perché qui si effettuano i celebri sorteggi della Champions League, che stabiliscono con quale altra squadra si dovranno scontrare i più affermati Club di football d’Europa.

Pochi sanno però che qui, ad ogni inizio di primavera, si tiene uno dei festival cinematografici internazionali più originali ed “impegnati” che si annoverano in Europa, organizzato dalla  Fondazione, che porta lo stesso nome del Festival, Visions du Réel

Fin dal 1969, quando ancora il festival si chiamava Nyon International Documentary Film Festival, gli organizzatori si sono sentiti attratti dalla possibilità di narrare cinematograficamente la realtà che ci circonda. Il reale è qui trasformato nella forma artistica contemporanea più originale e accessibile, il documentario, e ciò rende il Festival un esploratore delle realtà complesse della storia presente e passata. Il festival accoglie pellicole che mostrano il rapporto delle persone con il proprio mondo, poco importa se colto intimamente o raccontato con enfasi, e in tal modo offre punti di vista sempre nuovi e soprattutto mai stereotipati in quelle forme alle quali siamo soliti assistere.

Il programma del festival include lungometraggi, pellicole di lunghezza media e “corti”, 180 film da 49 paesi, tutti documentari, tutti incentrati sulla forza della realtà e quest’anno sulla speranza, incarnata dalla giovinezza, promessa dell’avvenire. Tutte pellicole animate da curiosità e volontà di comprendere, volte a moltiplicare lo sguardo su un pianeta sempre più complesso e spesso inaccessibile. Flash sulle vite delle persone, sulle loro paure, sulle loro speranze, sui loro sogni.

Il Festival si chiuderà il 23 di aprile, naturalmente sancendo un vincitore, il cui lavoro molto probabilmente non verrà conosciuto dal grande pubblico, ma che sicuramente avrà il pregio di aver lacerato in parte il velo che nasconde in qualche modo la realtà.

Donne e buon senso

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Women in Sink, Iris Zaki, United Kingdom, Israel,2015,38′

Non occorre essere specilisti o appassionati di documentari per restare affascinati dal Festival internazionale del cinema documentario, che ogni anno si tiene nella cittatdina svizzera di Nyon. Quest’anno si è appena conclusa la 46 edizione. Dal 17 al 25 aprile sono stati proiettati 136 film e tra essi uno ha vinto meritatamente il Premio della giuria per il mezzo cortometraggio più innovativo. Il film si intitola Women in Sink ed è stato girato da una giovane regista anglo israeliana, di nome Iris Zaki.

Il documentario è divertente e ironico e dovrebbe girare un po’ per le sale di tutto il mondo. Dedicato alle donne e al loro modo di trovare un compromesso per vivere in pace, è girato a Haifa, una città costiera di Israele. Tutto il film si svolge all’interno del piccolo salone di una parrucchiera araba cristiana, denominto “ Da Fifi”.

Le inquadrature principali vengono prese dall’alto, a picco sui volti delle clienti mentre sono appoggiate ai lavatesta e si lavano i capelli. Sono come dei primi piani e le signore si lasciano interrogare su temi scottanti di convivenza civile e politica. La maggioranza delle signore risponde volentieri, racconta la propria storia: ognuna un’esperienza diversa. L’atmosfera è pacata e allegra. Sembrano aver trovato uno “spazio di libertà temporanea”, dove si chiacchiera, si fanno degli spuntini e si condividono l’amore e la vita. Le chiacchiere vanno ruota libera e il clima è segnato dalla leggerezza e dalla voglia di comunanza.

Un video che cerca tra le persone comuni un messaggio di speranza, pace e buon senso.

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