
Il Palazzo dei Diamanti a Ferrara ha aperto da poco una mostra che guarda alla pittura spagnola del Seicento spagnolo (Siglo de oro) attraverso l’opera dell’artista Francisco de Zurbaràn. L’artista coevo a Velàzquez e Murillo è forse meno conosciuto al grande pubblico . Originario di Siviglia è stato fin dai suoi primi esordi al servizio della religiosità riformista che lo ha portato a ritrarre esclusivamente immagini sacre. In mostra troverete opere come San Serapio, del 1628, dove il santo è raffigurato nel corso del martirio con addosso una veste bianca, il volto inclinato ma sereno. Oppure troverete il ritratto di San Francesco ritratto nel buio incappucciato con in mano un teschio capovolto.

Oltre a queste tele più devozionali, potrete ammirare in mostra anche le nature morte a cui Francisco de Zurbaràn si dedicò, per un breve tempo, dal 1630. Questa serie come la Tazza con rosa ( 1633, già a Firenze, collezione Contini Bonaccossi, dal 1996 alla National Gallery di Londra ) rimane per l’assoluta purezza e bellezza uno dei suoi capolavori. In queste tele ritroverete il suo solito gusto per le inquadrature nette e noterete una maggiore attenzione alla limpidezza e un uso della luce che trasforma gli oggetti dipinti in oggetti reali. Questo naturalismo però è venato di un senso di mistero e immerso in un’atmosfera quasi irreale che ricorda la metafisica e le composizioni di Giorgio Morandi . Una relazione con il sentimento dell’arte moderna che poco ha di scientifico ma molto di emotivo.

In mostra traverete all’incirca 50 tele, con importanti prestiti ( molti dal Prado di Madrid e altre istituzioni europee e americane): resterà aperta fino al 6 gennaio. L’esposizione è organizzata dalla Fondazione Arte Ferrara e il Centre for Fine Arts di Bruxelles, chi volesse saperne di più può consultare il sito www.palazzodeidiamanti.it