L’insostenibile leggerezza dell’essere e la felicità del criceto

cricetoQuante volte nella vita avete avvertito la pesantezza delle situazioni, delle persone, delle parole e ne avete provato un senso di rifiuto? Situazioni, persone, parole che risultano insostenibili e che, come affermava Calvino nella prima delle sue Lezioni americane, riflettono “l’inerzia e l’opacità del mondo” e lasciano l’impressione che stia “diventando tutto di pietra: una lenta pietrificazione più o meno avanzata a seconda delle persone e dei luoghi e che non risparmia nessun aspetto della vita”. Recentemente mi è successo di imbattermi nella pesantezza della vita, e come spesso mi accade, la mia prima reazione è stata quella di ribellarsi a questo fardello, una ribellione contro quei movimenti retrogradi che bloccano e frenano il divenire producendo chiusura e inerzia. Ma spesso la rabbia non ha scopo, è come combattere contro la stupidità. Per fronteggiare la pesantezza, per “non essere schiacciati dal peso della materia” (soprattutto materia umana) è necessario agire come Lucrezio nel De rerum natura, per il quale la più grande preoccupazione era dissolvere la “compattezza del mondo” e arrivare ad avere la “percezione di ciò che è infinitamente minuto, mobile, leggero”. Si tratta di un bell’esercizio che serve se non altro a sbollire la collera.

Per polverizzare e sminuzzare la realtà spesso può essere d’aiuto la letteratura e in questo caso è d’obbligo pensare a L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera. Il titolo è un ossimoro, e nel suo romanzo Kundera “dimostra come nella vita tutto quello che scegliamo e apprezziamo come leggero non tarda a rivelare il proprio peso insostenibile. Forse solo la vivacità e la mobilità dell’intelligenza sfuggono a questa condanna” (ancora Calvino). La seconda cosa che può venirci in aiuto è guardare alla felicità del criceto, che gira sulla sua ruota nella gabbia senza fermarsi, apparentemente appagato da ciò che ripete all’infinito.

Tutto ciò per dire che è necessario vivere con leggerezza, senza macerarsi, senza combattere situazioni che non sono sostenibili, insomma imparare a “mollare il colpo” quando è necessario e ad accontentarsi delle piccolezze della vita come se fossero il più grande regalo che la vita stessa ci possa fare.

Pubblicato da italianintransito

Storica per amore dei fatti, accanita lettrice per passione, scrittrice a tempo perso. Il blog è una finestra sul mondo, un modo per far sentire la propria voce da un luogo non lontano geograficamente, ma distante anni luce dal mio passato. Condivido ciò che scopro e ciò che so cercando di non perdere mai l'entusiasmo per quello che vedo.

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