Ci si può abituare alle catastrofi?
E se sono lontane ci si può davvero commuovere e immedesimare nel dramma di altri? Sentire ciò che provano gli altri è difficile; solo se fai esperienza delle situazioni, puoi capirle fino in fondo.
A volte mi sembra di assistere alle cose solo in superficie.
Il tifone Haiyan nelle Filippine è stato un nuovo duro colpo all’umanità. Una catastrofe che i nostri occhi hanno visto, con persone coperte di macerie, facce diperate che vogliono salire sul primo aereo e andarsene. E poi abbiamo ascoltato le conseguenze immediate: colera, malattie e ancora altri tifoni più leggeri ma che avrebbero soffiato comunque sul paese.
Oltre a questo le notizie ci dicono e poi negano e poi affermano che è in atto il cambiamento climatico. Si è aperta a Varsavia la conferenza sul clima ma già in anticipo si legge che non c’è da aspettarsi dei risultati decisivi per una svolta sull’ambiente.
Ieri ho parlato con un’amica fiippina e le ho chiesto come si sentiva e se la sua famiglia fosse stata colpita, lei mi ha rassicurato di no poi mi guarda e mi dice: “hai visto papa Francesco? Per la prima volta un papa ci ha parlato subito e si è rivolto a noi in Inglese, in inglese capisci?” Io resto interdetta non capivo poi lei mi ha spiegato: “ in inglese si perché a noi la chiesa ufficiale si rivolgeva sempre o in italiano o in spagnolo oggi tutti lo abbiamo capito e ci siamo sentiti capiti”. Mi sorprendo rimango senza parole: a questo non avevo mai pensato e per la prima volta mi sono sentita vicina a queste persone rassegnate che soffrono.