Parliamo di emergenze? è l’argomento del giorno: emergenze politiche, istituzionali, giudiziarie, perfino, e non ultime, ambientali…

Ma c’è un’emergenza che striscia silenziosa, perché non vogliamo vederla, perché non ce ne vogliamo fare carico, perché in fondo è più facile chiudere un occhio, perché tocca tante tante persone… insospettabili, vicine a noi, che vivono questa cosa con vergogna.
Sto parlando delle mense dei poveri (che orribile espressione) che potrebbero rimanere senza scorte di cibo a causa di un cambiamento nella nuova programmazione europea 2014/2020. È un rischio concreto che colpirebbe duramente fin dai prossimi mesi 4.000.000 milioni di persone, che allestiscono pranzo e cena grazie ai finanziamenti UE che si traducevano in diversi prodotti alimentari che poi gli enti caritativi come la Caritas o il Banco Alimentare distribuivano in modo capillare sul territorio.
Andrea Giussani presidente del Banco Alimentare ha affermato alla fine dell’anno scorso: “La situazione è veramente di emergenza, fino all’anno scorso ricevevamo dall’Ue derrate alimentari, mediamente il 50 % di quello che il Banco Alimentare distribuiva. Adesso l’Unione ha decretato la fine di questo programma di aiuti, è in discussione un nuovo piano che però dovrà occuparsi di tutti i tipi di povertà, alimentare, abitativa, mentre i paesi dell’Ue sono aumentati e il finanziamento non ancora stabilito. A questo finanziamento europeo che dovrebbe essere approvato a fine anno, si aggiungerebbe il fondo nazionale di aiuto agli indigenti, quota volontaria che i governi sono invitati a donare”. Di cui però ad oggi non se ne sa nulla!
Altri paesi dell’unione europea sono già corsi ai ripari e hanno anticipato il denaro necessario (Francia e Spagna) … e noi?