
Monument Men il film diretto da George Clooney che racconta la storia di un gruppo di studiosi americani che durante la seconda guerra mondiale vengono arruolati nell’esercito per ritrovare le opere trafugate da Hitler in Europa, mi ha fatto tornare alla mente un museo che ho visitato un po’ di anni fa a Firenze e che non è molto conosciuto dai turisti. Il museo è la casa del signor Rodolfo Siviero, che visse nel secolo scorso e senz’altro rimane uno dei nostri più preziosi monumet men italiani, dal momento che dedicò la propria vita a recuperare opere d’arte trafugate dal nostro paese durante la seconda guerra mondiale.
Siviero aveva studiato storia dell’arte all’Università di Firenze e nel 1937, grazie alla copertura fornita da una borsa di studio si trasferì a Berlino in veste di studioso ma anche di agente segreto. Il suo scopo era seguire i movimenti della Germania nazista. Dopo l’8 settembre 1943, collaborò con i servizi segreti degli alleati, creando un servizio di informazioni e di ricerca volto a scovare e riportare in Italia ciò che il fascismo aveva ceduto ai tedeschi. Nel 1945 venne indicato da Benedetto Croce come persona adatta al recupero delle opere d’arte e, un anno dopo, nominato Ministro Plenipotenziario e Capo dell’ufficio recupero delle opere d’arte. Una missione che fu resa ancora più difficile e complessa per tutti gli aspetti burocratici che si frapposero alla restituzione dei nostri beni .
Chi volesse seguire la storia che copre l’operato di Siviero dal 1943 fino al 1963 può leggere il suo libro intitolato L’arte e il nazismo. Vi si ritrova molto materiale documentario legato al suo incredibile lavoro. Da questa testimonianza si evince come purtroppo Goering e i gerarchi nazisti poterono, fin dal 1937, mettere le mani sul patrimonio artistico italiano grazie al beneplacito di Mussolini “quasi si fosse trattato di oggetti di proprietà personale del Duce o di Ciano, si donavano o si lasciavano comprare e portar via quadri e marmi celebri, inseriti in tutti i cataloghi, gemme famose di musei e di collezioni notissimi.”
Tra le opere più famose che Siviero salvò dalle grinfie di Goering, vi fu anche un’Annunciazione del Beato angelico, da lui nascosta il giorno prima dell’arrivo dei tedeschi oggi conservata nella Basilica di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Valdarno.
Difendere il nostro patrimonio artistico, inteso come testimonianza della nostra civiltà e del nostro vivere civile, fu la missione di Siviero e chi volesse visitare il museo può trovare tutte le informazioni su www.museocasasiviero.it