Bandiere

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E’ davvero inusuale per me, ancora fatico a non sorprendermi: senza dubbio in Svizzera c’è passione per le bandiere. Ora che ci avviciniamo all’inizio dei mondiali di calcio, le vedo spuntare dappertutto. Sventolano sulle case e sui tetti delle macchine, vengono perfino usate per decorare gli specchietti retrovisori. In fondo è un buona abitudine, dal momento che è l’occasione per mostrare le proprie origini e per adornare le città con bandiere di tanti paesi diversi.

Da sempre quel drappo di stoffa attaccato ad un’asta è un simbolo sotto il quale riconoscersi.
Ricordo che nel 2002, durante la guerra in Iraq, il dissenso con l’intervento militare veniva espresso attraverso la bandiera con i colori dell’arcobaleno, simbolo di pace, che in breve spuntò sui balconi e sulle finestre di tantissime case. Il mio parroco la tenne per molto tempo appesa all’altare.

Le bandiere poi sono anche un tema per l’arte contemporanea. Le bandiere al vento, ad esempio, sono state, direi, la firma di un’artista francese che ne ha fatto il proprio linguaggio artistico: Daniel Buren. Invece la bandiera dipinta alla stregua di un qualsiasi oggetto comune fu, alla fine degli anni Cinquanta, un tema centrale per l’artista New Dada Jasper Johns.

Jasper Johns
Jasper Johns

Infine, indimenticabili, gli arazzi fatti eseguire alle donne afgane da Alighiero Boetti, dove si ammirano carte geografiche dell’intero pianeta, nelle quali lo spazio occupato da ogni paese ha i colori della sua bandiera. Un lavoro concettuale che nell’arco di pochi anni ha poi mostrato come le bandiere possano cambiare anche quando i confini rimangono immutati.

Alighiero Boetti, Maps
Alighiero Boetti

In Italia, poi, da qualche anno, il 7 gennaio, si festeggia la Giornata Nazionale della Bandiera: un appuntamento per celebrare la nostra bandiera, ossia quel tricolore che tanto non piaceva al Principe Fabrizio Salina che, nel romanzo Il Gattopardo, affermava: “Il tricolore! Bravo, il tricolore! Si riempiono la bocca con questa parola i bricconi. E cosa significa questo segnacolo geometrico, questa scimmiottatura dei francesi, così brutta in confronto alla nostra bandiera candida con l’oro gigliato dello stemma? E che cosa può far loro sperare quest’accozzaglia di colori stridenti?” (Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo, Feltrinelli, 2013, p.50).

Autore: italianintransito

Storica per amore dei fatti, accanita lettrice per passione, scrittrice a tempo perso. Il blog è una finestra sul mondo, un modo per far sentire la propria voce da un luogo non lontano geograficamente, ma distante anni luce dal mio passato. Condivido ciò che scopro e ciò che so cercando di non perdere mai l'entusiasmo per quello che vedo.

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