
Amnesty International sa troppo bene che un’immagine vale più di cento parole… Ed ecco che la nuova campagna per sensibilizzare contro la tortura si avvale proprio di questo principio. Accompagnato da Humor nero (ma proprio nero!) che rende le immagini della campagna particolarmente scioccanti. Sono tre i soggetti rappresentati: il Dalai Lama, icona della non violenza e della vita vissuta con filosofia, Iggy Pop, icona del rock, e Karl Lagerfeld, icona della moda. I tre personaggi sono rappresentati in foto con il viso tumefatto, proprio come dopo una sessione di torture. Il primo afferma “che l’uomo che non possiede un Rolex a 50 anni, è un fallito”, il secondo afferma che il “futuro del rock è Justin Bieber”, il terzo che “Il massimo dell’eleganza è la camicia hawaiana”. Su ogni foto appare “Torturate un uomo e racconterà qualsiasi cosa…”. Naturalmente subito si è accesa la polemica sul web e sui media: è possibile sensibilizzare su un argomento così terribile? C’è il pericolo, come affermano alcuni, di svilire la bestialità del fatto? L’allusione estetizzante rende forse questa pratica atroce più leggera? Alcuni sono arrivati ad accusare Amnesty di trasformare uno scandalo planetario in una vera e propria gag. Noi chiaramente non abbiamo una risposta, e non possiamo sostituirci alla sensibilità di ognuno, tuttavia una cosa è certa, qui non si ride affatto della tortura, ma della sua inefficacia.
Torturare significa estirpare la volontà di resistere, rinunciare a ciò che si è e a ciò in cui si crede, e in questa campagna è quello che spinge queste tre icone a contraddire la loro intera vita. Semplicemente geniale.
Assolutamente geniale!