
Ogni mattino percorro la stessa strada del pulmino di una scuola internazionale. Da un po’ di tempo è apparso sulla carrozzeria un messaggio che ne vuole fare la pubblicità; il messaggio dice così: “una scuola che porta al successo”. Ogni mattino me lo ritrovo davanti agli occhi e penso che quella frase sia un insulto all’intelligenza e che avvilisca il senso dell’educazione . Il sangue mi ribolle nelle vene.
Vediamo un po’, una scuola che promette il successo come obiettivo del corso di studi, cosa potrà mai coltivare nei ragazzi se non la consapevolezza di essere sempre in competizione con gli altri, in una gara dove tutto si aggiudica solamente al traguardo? Mi sembra che quella frase tradisca la volontà di spingere il singolo studente al di sopra di tutti, non certo quella di favorire la relazione con gli altri.
A chi è rivolto quel messaggio seduttivo? Ai bambini, ai ragzzi delle superiori? Non credo; io penso sia rivolto ai genitori che troppo spesso vedono il successo dei figli come trofeo personale, da mostrare in pubblico.
Quel messaggio mi perseguita perchè lo sento, per i giovani, come un invito all’infelicità.