Quando aprite il frigorifero o guardate nella vostra dispensa non venite presi da un’ansia sempre maggiore calcolando la quantità di imballaggi non riciclabili che contengono i nostri cibi e le nostre bevande? Beh, se non ci avete mai pensato è ora che cominciate a preoccuparvene. La quantità degli imballaggi monouso prodotti in Europa è di circa 44 milioni di tonnellate, 9 tonnellate solo in Italia. Ognuno di noi consuma in media 30 kg di plastica all’anno, cifra destinata a salire fino agli stimati 100 kg pro capite. L’impatto ambientale per lo smaltimento e l’incenerimento di oltre la metà di questi prodotti è impressionante, dunque è necessario pensare ad un metodo nuovo di distribuzione che consenta di contenere questa marea di rifiuti, che inevitabilmente si accompagna ad un enorme spreco di cibo non consumato.
Due giovani imprenditrici di Berlino hanno dunque ideato l’Original unverpackt, un punto vendita ad imballaggio zero. Un supermercato originale in cui invece delle porzioni impacchettate e pronte, gli oltre 600 prodotti, tutti accuratamente selezionati e di qualità, con particolare attenzione a quelli a km zero, vengono venduti sfusi attraverso degli erogatori dai quali il pubblico può servirsi da solo portandosi i contenitori da casa. L’obiettivo di questo super mercato decisamente fuori la norma è la ricerca della sostenibilità, cioè la riduzione dell’impatto sociale e ambientale non solo dei consumi ma anche dei processi produttivi.
L’idea è geniale e speriamo di vederla sviluppata ed esportata quanto prima, chi di noi infatti non tirerebbe un sospiro di sollievo nell’agire fattivamente per il bene del nostro pianeta?
è uno dei miei principi, le persone chiedono un sacchetto anche per portar via un giornale.VERGOGNA
Quella de sacchetti di plastica è davvero una vergogna. L’unico modo per far desistere le persone dal farne incetta sarebbe quello di farli pagare un botto. Eppure in Occidente le grandi catene di distribuzione sono restie ad eliminarli, mentre in Oriente sono protagonisti di ogni minimo acquisto. E vai dunque con il rilascio di diossina nell’atmosfera quando si inceneriscono, o li possiamo trovare attorno al collo di animali selvatici e marini o ancora li vediamo approdare nell’isola di plastica che si è formata nell’oceano Pacifico…
Ci penso tantissimo anch’io.
C’è da dire che molti dei sacchetti sono biodegradabili , come quelli che usiamo per i rifiuti umidi , ma , comunque , indubbiamente , abbiamo oltrepassato i limiti….
Ce ne fossero di negozi come quello di Berlino!