Gli haiku (俳句) sono brevi poesie giapponesi che attraverso un linguaggio sensoriale (attraverso cioè un linguaggio che non “racconta”, ma “mostra”) catturano in pochi versi sentimenti o immagini. Spesso sono ispirati ad elementi della natura, a momenti di profonda bellezza o ad esperienze personali. Tutti squarciano un velo sulla realtà soffermandosi su un particolare.
Poche i consigli per scrivere un perfetto haiku. Innanzitutto i poeti giapponesi componevano rispettando la regola delle 17 sillabe (5+7+5) in tre versi, che ovviamente è quasi impossibile da ricreare nelle traduzioni. È necessario poi focalizzarsi su un dettaglio dell’ambiente circostante per trasformarlo in emozione, evitando accuratamente giudizi soggettivi o analisi personali. Nel perfetto haiku è necessario includere un particolare che si riferisca alla stagione o al cambiamento di una stagione. Si tratta sempre di impressioni dettate dai cinque sensi. È necessario essere originali e non utilizzare cliché letterari.
Pochi esempi famosi basteranno a mostrare la maestria dei poeti giapponesi. Per noi un esercizio quasi zen contro lo stress. Esercitatevi!
Haiku
C’ero soltanto.
C’ero. Intorno
Cadeva la neve
Issa (1763-1828)
Pioggia di primavera:
gocciola dal vespaio
l’acqua della gronda
Matsuo Basho (1644-1694)