Tra pochi giorni si aprirà a Zurigo Manifesta. E’ una Biennale europea di arte a carattere itinerante: ogni volta sceglie un paese diverso ove offrire uno spazio di riflessione per la mappatura di nuovi modelli culturali (fate attenzione perché tra due anni sarà Palermo).
Quest’anno il curatore è tedesco ed è un’artista. Si tratta di Christian Jankowski (non è la prima volta che capita: pensiamo a Francesco Bonami, anche lui prima artista poi critico). Già il titolo solletica la curiosità: What People do for money, some joint Ventures. Anche dal programma si annunciano già riflessioni che metteranno in luce alcune correlazioni sempre più vistose tra il mestiere dell’artista e il mondo dell’economia e del lavoro. Il curatore infatti ha chiesto agli artisti di interagire con persone diverse di Zurigo, che si occupano di tutt’altro. Una Joint Venture tra artisti e professionisti che lavorano in ambiti diversi.
Una segnalazione: chi andrà a Manifesta si conservi un po’ di tempo per una breve gita fuori porta, direzione Limatt. Là potrete visitare un grande parco di sculture da inserire nella cornice dell’art brut, realizzato dall’artista sciamano Bruno Weber.

Quel parco è un sogno fatto di animali fantastici, da incredibili mosaici, da animali dalle lunghe gambe, mascheroni, gufi reali, satiri e figure antropomorfe. E’ un parco , senz’altro un collage di culture, religioni e credenze. Weber, ho letto, voleva trovare il giusto punto di equilibrio tra l’uomo, la natura e l’habitat.
Certamente la sua vita l’ha dedicata e trascorsa a trasformare la sua casa e il suo giardino in un altro mondo. Questa determinazione, al di là di ogni giudizio critico, ha senz’altro un fascino per chi crede nella forza creatrice dell’arte.
Che bello potersi esprimere in questo modo …
Spettacoloso!