Un vaso è un’opera d’arte? E una fotografia, con i suoi multipli, ha lo stesso valore di un dipinto? Un video nasce per essere proiettato al cinema o in un museo? Trent’anni fa chi studiava arte all’università non studiava la fotografia e materiali come ceramica o vetro venivano classificati come arti minori. Dimenticate tutto questo. Ora le cose sono cambiate: la fotografia ha preso possesso di musei e gallerie e il video è un linguaggio affermato nel mondo dell’arte contemporanea. Infine, la definizione arti minori è stata sostituita da arti applicate.
Quindi immagino che quando a Ginevra nel 1985 si decise di organizzare una biennale dedicata alla video art la cosa risultò molto interessante e in linea con lo spirito delle ricerche più avanzate. Dal 2014 il Museo Mamco, sotto la direzione del direttore Andrea Bellini, ha deciso di riprendere questa tradizione e tra poco, a Ginevra, potremo andare a vedere la 15esima Biennale de l’Image en mouvement. Dal 9 al 13 novembre il Mamco sarà un fiume di proiezioni, tavole rotonde e performance. Tra gli aspetti più interessanti di questa edizione c’è da mettere in evidenza che 27 delle opere presentate sono inedite e prodotte dallo stesso Centre pour l’art contemporain. Dunque, si tratta di un tesoro costruito dal museo per la città di Ginevra.
Da non perdere.
Per il programma guardate il sito biennaleimagemouvement