Bonet in piemontese significa cappello ed è il nome di un dolce antichissimo. Le ipotesi sul suo significato sono due. Bonet era chiamata infatti la pentola di rame nella quale veniva cotto questo antichissimo e succulento dolce al cucchiaio, Bonet è anche il cappello dei contadini che si indossa per ultimo prima di uscire, come il dolce che come ultima portata chiude il pasto.
Dato che non se ne esce, scegliete voi la versione preferita!
Esistono poi due varietà di Bonet, quello alla monferrina ricetta più antica e ormai in disuso, che non prevede l’uso di rhum e cioccolato, ingredienti arrivati con la scoperta del “nuovo mondo”, e quella attuale, più saporita e internazionale.
L’ingrediente principe del Bonet è però sempre lo stesso: l’amaretto, biscotto che si fa con la pasta di mandorle dolci e amare, probabilmente di origine araba, ma diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, che è sulle tavole piemontesi fin dall’antichità poiché difficilmente deperibile.
Ingredienti
– 4 uova
– 6 cucchiai di zucchero semolato
– mezzo litro di latte intero
– 50 grammi di amaretti semolati
– 2 cucchiai di cacao amaro in polvere
– 2 cucchiai di rhum
150 gr di zucchero per caramellare
Sbattere le uova in una terrina, unire 4 cucchiai di zucchero, il cacao, gli amaretti polverizzati, il rhum e il latte. Dopo aver amalgamato il composto con l’aiuto di una frusta, si prepara il caramello scaldando 2 cucchiai di zucchero in un pentolino fino a farlo diventare biondo nocciola, si aggiunge poi un po’ d’acqua facendo diventare lo zucchero filante e si mescola. Versare il caramello in uno stampo tiepido in modo che veli il fondo e le pareti. Quando il caramello sarà freddo, si versa il composto nello stampo e si cuoce nel forno, pre riscaldato a 180°C, a bagnomaria per 45 minuti circa. Quando il composto è ben rappreso, si lascia raffreddare in frigorifero per 2/3 ore.
Coccoliamoci nel week end!