“Dovevamo progettare qualcosa che permettesse di comunicare con pochissimi caratteri. Pensammo che usare solo parole, in un messaggio molto breve, avrebbe potuto portare a dei fraintendimenti. Fu così che creammo le emoji”.
Così si è espresso Shigetaka Kurita, l’inventore nel 1990 dei simboli usati giornalmente da tutti noi per comunicare agli amici i nostri stati d’animo. Questi bottoni gialli ( ora anche in diversi colori) da ottobre fanno parte delle collezioni del MOMA di New York.
Il celebre museo ha infatti acquistato i primi 176 emoji creati dall’ingegnere giapponese. E in effetti questi primi segni, ancora in bianco e nero, 12×12 pixel, sono un po’ come la stele di Rosetta di un nuovo linguaggio del nostro tempo, alternativo alle parole, incentrato su un piano di comunicazione diverso e basato sulle emozioni.
Una ricchezza in più per un mondo sempre più interconnesso, utile per far dialogare tutti i popoli .