
Le mie origini campagnole mi hanno portato a tenere da sempre in gran conto gli alberi da frutto. Dunque, quando ho letto che una donna, agronoma italiana, Isabella Dalla Ragione, ha vinto il premio Nonino Risit d’Aur 2017 per il suo lavoro di custode di antiche varietà locali di alberi da frutto mi sono subito appassionata. Ho scoperto che assieme a suo padre ha creato la fondazione Archeologia Arborea in San Lorenzo di Lerchi nell’Alta Valle del Tevere in Umbria e ha dedicato la sua vita a ricercare e preservare tutte quelle piante da frutto in estinzione tipiche della nostra terra. Se guardate sul sito www.archeologiaarborea.org rimarrete affascinati da tutte le varietà del suo giardino e delle puntuali e interessanti spiegazioni per ogni frutto preservato. Anche i nomi di questi alberi hanno un suono antico e affascinante come l’uva moscatello, il fico asinaccio o la pera del curato.

Il premio a questa donna impegnata nella salvaguardia della biodiversità vegetale di antiche varietà locali di fruttiferi è un bel riconoscimento meritato perché come giustamente ha scritto, gli alberi da frutto sono un patrimonio di tutti, un patrimonio da salvare.
Nel mio giardino tengo di gran conto un albero grande e rigoglioso che è l’albero di giuggiole. Ogni volta che torno in Toscana e lo vedo mi da una grande gioia e sogno un giorno di poter ritornare per cominciare una produzione dell’antico e buonissimo liquore che porta il bel nome di “brodo di giuggiole”. Ce la farò mai?

Ma che bel post primaverile e che belle foto! Stupenda la storia delle piante da frutta…!