È di ieri sera la notizia rilasciata dalla Nasa secondo la quale relativamente vicino a noi, a soli 39 anni luce, nella nostra stessa Galassia, c’è un sistema in cui, attorno a una stella nana rossa di nome Trappist-1, orbitano sette pianeti forse simili alla Terra e sui quali potrebbe essersi sviluppata una forma di vita o che magari potrebbero accogliere l’umanità futura.
La mente corre dunque alla grande letteratura fantascientifica che da sempre accarezza la possibilità dell’esistenza di pianeti simili alla Terra.
Come, infatti, non citare Aurora, nato dalla fantasia di Isaac Asimov che, secondo il racconto, fu il primo pianeta ad essere colonizzato dagli esseri umani nel 2065, ed è presente sia nel Ciclo dei Robot sia nel Ciclo della Fondazione. O ancora Arrakis, conosciuto come Dune, nato dalla penna di Frank Herbert, pianeta quasi completamente desertico e sede del Governo Planetario del Ciclo di Dune.
La mente corre naturalmente anche al grande cinema, che ci ha abituati con Star Treck, ma soprattutto con Star Wars, alla ricostruzione di mondi fantastici come Dagobah (il pianeta in cui Yoda addestra Luke Skywalker), Endor (il pianeta boscoso degli Ewok), Hoth (il pianeta dei ghiacci eterni), Jakku (il pianeta desertico), Naboo (il pianeta di Padmé Amigdala e della la sua reggia, in realtà un mix fra la villa del Balbaniello sul Lago di Como e la Reggia di Caserta).
Per quanto riguarda la scienza il prossimo passo sarà l’attento studio attraverso i potenti radio telescopi, poi forse l’invio di sonde e infine, chissà, anche dell’uomo.