
Ieri mi sono guardata il concorso di canto Eurovision. Tra i novelli cugini di campagna (che pero’ non cantavano Anima mia) dalla Bielorussa , la tedesca cui mancavano solo le birkenstock e i calzini bianchi, il portoghese dalla giacca sei misure sopra, le sorelle formose e luccicanti della Svezia, i falsi fuochi d’artificio, le luci, le stelle e tutto il resto, mi sembrava che il nostro Gabbani svettasse sicuro al di sopra di tutti. E invece no: ha vinto proprio il portoghese Salvator Sobral dalla giacca larga, con una bella melodia e una faccia alla “vi prendo in giro, voi che guardate ‘sta roba”.

Quello che veramente mi ha stupito, pero’, è il pezzo cantato dal duo rumeno a suono di yodel. Ma come, mi sono detta io, questa è roba da Tirolesi, con pettorina e calzoni corti ingentiliti dalle nappine laterali, con tanto di cappellino moscio e piuma. Poi, pero’ mi sono ricordata di Toto’ che , incontrando proprio un tirolese, attaccabrighe e cosi’ agghindato, lo fulmina con un geniale: “Ma mi faccia il piacere: zampognaro!”. E allora mi sono detta che all’eurovisione van bene anche gli yodel, perché cantati da una bella ragazza rossovestita, che in Tirolo forse c’è stata in vacanza.

Ultima notazione. Colui che ha mostrato le terga al publico europeo, dopo un breve balletto genialmente volto a nascondere le vere intenzioni, è un genio cui dovrebbe essere concesso libero accesso alla manifestazione vita natural durante.
Ah, l’Eurovisione!