Avete qualche ricordo di filastrocche o poesie che una vecchia zia o la nonna vi recitavano da bambini in un dialetto che a malapena rammentate? È il momento di spremere le meningi e di inviarlo all’Endangered poetry project, cioè, come dice il nome, a un progetto che si propone di raccogliere poesie nelle lingue dimenticate o “in via di estinzione” per poterle trasmettere alle generazioni future.
Secondo l’UNESCO infatti più della metà delle 7000 lingue parlate nel mondo sta per essere dimenticata, ne scompare una ogni due settimane. Per la National Poetry Library di Londra questa sarebbe una perdita inaccettabile e per scongiurate questo evento è stato promosso l’Endangered poetry project .
Il progetto non solo si propone di difendere e conservare le lingue in pericolo ma anche di salvarne i poemi scritti o tramandati oralmente, in quanto specchio di tradizioni, usi, costumi di differenti civiltà che con l’estizione della lingua andrebbero definitivamente perduti.
Non solo le “lingue” riconosciute sono nel mirino del progetto, ma anche i dialetti perché se queste differenze regionali e nazionali andassero perse, si perderebbe molto più che semplici parole, si perderebbe la differenza peculiare di ogni luogo. La diversità linguistica infatti sottende una diversità culturale, umana, religiosa. Che gusto ci sarebbe a parlare tutti la stessa lingua?
Se volete lasciare una testimonianza, se avete una poesia da affidare a questo progetto andate sul sito, esiste un form molto semplice in cui potrete lasciare traccia non solo di una lingua che sta scomparendo, ma di un intero microcosmo di abitudini e stili di vita che andrebbero definitivamente perduti. E vi pare poco?