Bravo Guido, brava Tiziana e bravissimi tutti quelli che hanno pensato a Roland Barthes!
La chambre claire (Paris 1980), è una raccolta di riflessioni e considerazioni sulla fotografia. Questo «medium bizzarro, nuova forma di allucinazione: falsa a livello della percezione, vera a livello del tempo», è analizzata dal critico francese con l’utilizzo di un certo numero di fotografie. Il libro può essere considerato come una sorta di testamento dell’autore e resta a tutt’oggi un testo imprescindibile per chi si interroga sulla fotografia.
La fotografia di cui parla Barthes non è quella digitale, manipolabile e seriale, ma quella analogica. La foto è perturbante e pericolosa, testimone di qualcosa che è stato, che ha avuto luogo e tende a sfuggire ad ogni classificazione.
Chi come Barthes si interrogava sul significato dei segni non poteva dunque non interessarsi della fotografia. Da leggere e e meditare!