
Pensando alla festa dei defunti che si avvicina, preceduta da quella di Halloween, in qualche modo dedicata alla magia e alla morte, ho deciso di cominciare la settimana raccontando la storia della tomba di René de Chalon, principe di Orange morto in una delle tante guerre cinquecentesche legate all’Italia. Essa si trova in Francia nella chiesa di Saint-Ètienne a Bar-le-Duc e fu realizzata nel 1547 da Ligier Richier.
La scultura funeraria che la adorna è un richiamo alle macabre immagini del defunto in stato di decomposizione che avevano guadagnato una certa popolarità sul finire del Medio Evo. In questo caso, pero’, l’artista aveva messo lo scheletro (con i suoi bravi lembi di pelle morta ancora attaccati ad esso) in una posa teatrale tendente verso l’alto, con la mano sinistra alzata al cielo a sorreggere il cuore, come a volersi impadronire della vita eterna.
L’insieme è, come ho già detto, tremendamente macabro, ma colpisce per questo anelito a una dimensione superiore. Il cuore venne rimosso all’epoca della rivoluzione francese (preti e affini avevano a tal punto ossessionato la gente, che si compirono – a mo’ di stupida vendetta – atti profondamente cretini contro le opere d’arte), ma poi venne ricollocato al suo posto.