Forse perché se ne trovavano umili tracce ovunque, sulle nostre coste mediterranee, sbattuto sulle spiagge, i romani lo chiamavano la “rugiada del mare”. Questo significa rosmarino, in latino; o almeno cosi’ dicono gli intenditori. Mi ha sempre affascinata questa etimologia poetica, che lega il movimento delle maree a una pianta officinale, dall’aroma intensissimo. Eppure questo nome tanto bello si sente storpiato in continuazione. Dalle mie parti veniva chiamato ramerino, un nome sconnesso dalla poetica definizione latina e riferito a una sua qualche caratteristica fisica (si presenta a rametti, o chissà cosa).
Noi esseri umani abbiamo un incredibile capacità: quella di vedere la poesia delle cose. E poi ne mettiamo in pratica un’altra: quella di vedere le cose solo per ciò’ che appaiono. Insomma, l’umile rosmarino dimostra che siamo angeli e bestie al tempo stesso, capaci di essere al di là della mera realtà.o di vivere “proni e obbedienti al ventre”.