Set per un thriller metafisico: Antartide, inizia la lunga notte.
In effetti il 3 maggio è iniziata la stagione del buio non-stop sul DomeC-Concordia, base di ricerca permanente franco-italiana situata a 75°07’S 123°22’E, sul plateau artico a un’altitudine di 3233 metri sul livello del mare. La base ha una capacità massima di 65 persone, sebbene non ne ospiti più di 32 nel periodo estivo e massimo 16 in quello invernale. È costituita da due edifici principali collegati fra di loro da un corridoio, isolati in modo da poter sopportare temperature estreme ed una escursione termica fino a 100°. Uno è dedicato alle attività “silenziose” (alloggi, laboratori, infermeria), l’altro a quelle “rumorose” e alla vita sociale. Al Dome C si studia climatologia, sismologia e fisica dell’atmosfera dell’Antartide, inoltre la base si presta anche alle osservazioni astronomiche.
Gli scienziati qui alloggiati, saranno isolati completamente per i prossimi tre mesi, non solo al buio, ma anche a temperature che possono raggiungere i -85°. Ciò che si prova è stato sintetizzato in maniera perfetta da un post su FaceBook di Marco Buttu componente della spedizione antartica 2018:
“Cari tutti, il Sole è appena tramontato e lo rivedremo ad agosto. Ci aspetta qualcosa di veramente speciale, e non parlo del fatto che staremo al buio a -80 gradi per tre mesi. Se ci pensate infatti, qua non ci sono insetti, animali, aerei che passano sopra la nostra testa, foglie che volano al vento, colori. Non c’è niente che si muove, niente e nessuno a farci compagnia, eccetto che il Sole, sino ad oggi. Adesso potete capire che si può avere la nostalgia di una stella, considerandola un essere vivente. Ora immaginate di stare qua, nel posto più freddo e isolato al mondo, persi in una immensa e piatta distesa bianca, lontani da tutto e tutti. Nessuno può raggiungervi, in alcun modo, e non potete più andar via. Nessun rumore. Silenzio assoluto e buio pesto. Se non fosse per il moto dei pianeti e quello apparente delle stelle, tutto sarebbe statico. É rimasta solamente una infinitesima parte dell’Universo, quella che si manifesta ai vostri occhi, a farvi compagnia. Iniziate a intuire quanto siete piccoli e insignificanti al cospetto del cosmo, e vi sentite un tutt’uno con il resto del sistema. Ecco perché adesso, finalmente, percepisco pienamente la sensazione di isolamento. Ed è meravigliosa. Mi permette di apprezzare ancor di può ciò che mi manca, di riflettere e pensare alla vita al di là di come la concepiamo noi esseri umani”.
Raggelante… sotto tutti glia aspetti!