
Mentre l’arte continua a mescolare le carte e a offrirci un ventaglio sempre più ampio di linguaggi e di sensibilità artistiche e culturali diversissime, come parte di un’unica realtà, la politica si affanna a rimarcare i confini e le appartenenze.

L’artista iraniano Farad Moshiri nato a Shiraz, in Iran, nel 1963, è uno dei tanti esempi di questa capacità dell’arte di creare ponti e non momenti di separazione. Moshiri è interessato a fondere la cultura orientale con quella occidentale . Fa uso di immagini popolari e le compone con gusto ornamentale internamente appartenente alla cultura persiana. Le immagini possono essere tessute, ricamate, ma sempre con uno sguardo al mondo contemporaneo, unendo la preziosità del lavoro manuale con paccottiglia di poco valore. Nel suo lavoro troviamo decorazioni che toccano il kitsch per affrontare e illustrare temi politici di attualità, oppure un’ironia pop che non manca di inquietarci, come l’opera presentata per la prima volta nel 2009 “Life is beautiful”: una semplice scritta tracciata sul muro con le lame di tanti coltelli diversi e colorati.
E’ un bell’esempio di come l’isolamento del paese, e tutti i problemi socio-politici ad esso connessi, non riescano a fermare l’arte ma, anzi, incontrino un grande apprezzamento nel pubblico.
