Ti offro un caffè

Chi non ha mai bevuto caffè alzi la mano…

Noi italiani poi ne abbiamo sempre abusato, il nostro è veramente buono. Per noi il caffè è un’istituzione non solo gastronomica ma sociale. Bere un caffè insieme è un momento importante di socializzazione, in piedi al bancone del bar o comodamente seduti nel salotto di casa. Moka o espresso, non ha importanza (sebbene i puristi spergiurino di saperli riconoscere al primo sorso! FALSO pochissimi sono in grado di farlo) basta che sia nero e bollente. E poi c’è la solita manfrina dell’ordine al bar: macchiato caldo/freddo, lungo ristretto, al vetro, in tazza grande, freddo shakerato, americano, corretto e chi più ne ha più ne metta!

Senza parlare delle miscele: dolci, vanigliate, corpose, intense composte da caffè provenienti da ogni parte del pianeta e così via

Nonostante il caffè da noi sia quasi una religione (chi non ha mai pensato che la giornata non può iniziare senza un buon caffè) lo abbiamo sempre gustato accompagnati da una sottilissima preoccupazione. Per anni ci hanno detto, infatti, che il caffè “fa male”… C’è chi dice che sollecita l’ipertensione arteriosa, che aumenta il rischio di osteoporosi, che fa ingrassare ecc. ecc.

Noi non lo sappiamo se il caffè fa veramente male, ma vogliamo spezzare una lancia a suo favore rivelandovi sette sorprendenti benefici che il caffè apporta alla salute, investigati e dimostrati da altrettanti istituzioni di fama internazionale.

  1. Una ricerca del National Institutes of Health and the AARP del governo Americano ha dimostrato durante uno studio condotto su 400.000 persone fra il 1995 al 2008, che i bevitori di tre o più tazze di caffè al giorno hanno il 10% di possibilità di vivere più a lungo rispetto a coloro che non ne bevono.
  2. Nell’Università del Sud Florida é stato dimostrato che la caffeina aiuta a non sviluppare l’Alzheimer, il livello di caffeina, infatti, riscontrato nei soggetti ammalati è del 54% in meno rispetto a quello dei soggetti sani bevitori di caffè.
  3. All’Università di Harvard hanno dimostrato che il caffè abbatte le possibilità di sviluppo delle più comuni forme di cancro della pelle.
  4. Il Cleveland Clinic’s Wellness Institute e l’Università di Harvard hanno dimostrato che bere caffè, anche decaffeinato, previene i rischi di infarto.
  5. Dalla McGill University in Canada ci arriva la notizia che il caffè diminuisce i sintomi del morbo di Parkinson.
  6. Il dottor Pasinetti (stranamente di origini italiane…) della Mount Sinai School of Medicine ha scoperto poi che il caffè aiuta a tenere lontano il declino cognitivo e il caffè decaffeinato giova in particolare ai diabetici che attraverso la sua assunzione metabolizzano meglio il glucosio.
  7. Infine vogliamo ringraziare la dottoressa Elizabeth Mostofsky, del Beth Israel Deaconnes Medical Center e la sua equipe che hanno affermato che, fino a quattro tazzine al giorno, il caffè fa addirittura bene al cuore!

Che dire? Traetene voi le conseguenze !

Liberi dai pregiudizi saremo tutti più nervosi o continueremo ad essere virtuosi e ad abusarne solo prima degli esami?

Il potere della musica

Quante volte ci è capitato di dire che una certa canzone, un certa melodia ci “ha toccato”? Se riflettiamo su quest’affermazione ci rendiamo immediatamente conto che non si tratta di una metafora, ma veramente la musica è così potente che il suono penetra effettivamente nel nostro corpo, sotto la nostra pelle provocandoci vere e proprie sensazioni fisiche.

Gli esseri umani, infatti, sono “cablati” per essere ricettivi allo stimolo musicale, tanto che la scienza ha dimostrato come pazienti che hanno subito un ictus o con problemi di Parkinson o Alzheimer traggono beneficio dall’ascolto della musica; addirittura molti di essi con evidenti disturbi vocali hanno recuperato in parte la parola.

Daniel Baremboin il noto direttore d’orchestra, ha affermato che l’uomo é intimamente connesso con la musica tanto che, dice, “L’orecchio ha un vantaggio sopra l’occhio. Se non ti piace il mio aspetto, e non vuoi vedermi, chiudi gli occhi e io sparisco. Ma se non ti piace la mia voce e tu sei nella stessa stanza, non è possibile chiudere le orecchie in modo naturale. Il suono penetra letteralmente il corpo umano”.

È stato dimostrato poi che il feto, sente, oltre ai ritmi naturali del corpo della mamma,  anche la musica alla quale risponde con accelerazioni o decelerazioni del ritmo cardiaco, i suoni e le voci gli arrivano come se ascoltasse la musica sott’acqua naturalmente, ma la percepisce e gli fa bene!

Personalmente credo che non esista un tipo di musica migliore di un altro, ognuno secondo il proprio modo di percepirla deve accogliere la “sua musica” quella che lo fa stare bene, che lo mette in pace il cui potere lenitivo era già riconosciuto dall’uomo delle caverne, se è vero che proprio in un grotta neandertaliana è stato trovato il progenitore di un flauto.

E studiare musica fa bene all’animo e al cervello e ti mantiene giovane.

Per chi voglia saperne di più esiste un libro illuminante (naturalmente in inglese…), The power of music, scritto da Elena Mannes, la stessa studiosa che ha realizzato un fantastico documentario intitolato, The music instinct: Science and song (da vedere assolutamente su you tube), in cui l’autrice prende in esame le connessioni fra musica, corpo e mente e le possibilità educative e rieducative che essa offre.

Regaliamoci un po’ più di musica un po’ più spesso, questo ci consentirà sicuramente di vivere meglio!

Vi piace Schubert?