Where is our Place?

Ilya Kabakov, where is our Place,
Ilya Kabakov, where is our Place?,2003

Appena ho saputo che  aveva vinto il premio Nobel della letteratura ho comprato un suo libro. Ero contenta che fosse una donna, Svetlana Aleksievic, non la conoscevo. Il titolo è: Preghiera per Cernobyl.

Non sapevo cosa vi avrei trovato, non voglio mai sentire niente, prima di leggere un nuovo libro: voglio farmi un’idea da sola. È solo dopo averlo letto che vado a cercare prefazioni, biografie e quant’altro mi faccia sentire vicina all’autore. imgres

Un libro come questo non si legge tutto d’un fiato a me ha fatto compagnia  per un mese. Non riuscivo a leggerlo la sera prima di andare a letto e molto spesso rimaneva sul tavolo in attesa che trovassi il coraggio di andare avanti. Il libro è la raccolta di tante testimonianze di persone che hanno vissuto nel 1986 il disastro di Chernobyl. È la voce dei cernobyliani, quelle persone che si sentono ormai diverse dagli altri per ciò che hanno passato per quello che sono diventati. imgres-1

Estranei al mondo, sono sopravvissuti ma non trovano pace e non potranno mai dimenticare. 

Ogni testimonianza è uno squarcio sull’evento dell’esplosione della centrale e dei giorni successivi, su tutti gli errori commessi e sugli orrori vissuti. Pochi  avevano capito la portata di quello che era accaduto e si capisce che lo stato non aveva saputo affrontare l’emergenza, anzi che si era nascosto dietro alle menzogne per evitare il panico. Tutto l’ambiente era perduto, contaminato, ma tutti rimanevano increduli.

Nel libro si descrivono le case abbandonate,lasciate all’improvviso, saccheggiate, dove sono rimasti i ricordi, le fotografie, gli animali domestici. Queste scene  mi hanno fatto pensare al romanzo di Cormac Mc Carthy La strada, dove un uomo e un bambino si muovono in un mondo ormai ridotto in cenere. 

 Il libro di Svetlana Aleksievic fa paura, mette tanti dubbi, alla fine pensi che l’ottimismo sull’uomo, il progresso e le sue capacità sono una favola che ci raccontiamo per vivere incoscienti.

Guardo la finestra è metà novembre il freddo non accenna ad arrivare, piove poco dicono che i gas serra sono aumentati. Mi domando se ne sono davvero consapevole o se sono ancora incredula del fatto che possa davvero capitare qualcosa di irreparabile. 

Nella sua prefazione Svetlana scrive: “In questo preciso istante il mondo ha 440 reattori atomici in funzione (…) un numero sufficiente a sentenziarne la fine(…) Pensavo di avere scritto del passato . Invece era il futuro”.

Vicini o lontani?

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Ci si può abituare alle catastrofi?

E se sono lontane ci si può davvero commuovere e immedesimare nel dramma di altri? Sentire ciò che provano gli altri è difficile; solo se fai esperienza delle situazioni, puoi capirle fino in fondo.

A volte mi sembra di assistere alle cose solo in superficie.

Il tifone Haiyan nelle Filippine è stato un nuovo duro colpo all’umanità. Una catastrofe che i nostri occhi hanno visto, con persone coperte di macerie, facce diperate che vogliono salire sul primo aereo e andarsene. E poi abbiamo ascoltato le conseguenze immediate: colera, malattie e ancora altri tifoni più leggeri ma che avrebbero soffiato comunque sul paese.

Oltre a questo le notizie ci dicono e poi negano e poi affermano che è in atto il cambiamento climatico. Si è aperta a Varsavia la conferenza sul clima ma già in anticipo si legge che non c’è da aspettarsi dei risultati decisivi per una svolta sull’ambiente.

Ieri ho parlato con un’amica fiippina e le ho chiesto come si sentiva e se la sua famiglia fosse stata colpita, lei mi ha rassicurato di no poi mi guarda e mi dice: “hai visto papa Francesco? Per la prima volta un papa ci ha parlato subito e si è rivolto a noi in Inglese, in inglese capisci?” Io resto interdetta non capivo poi lei mi ha spiegato: “ in inglese si perché a noi la chiesa ufficiale si rivolgeva sempre o in italiano o in spagnolo oggi tutti lo abbiamo capito e ci siamo sentiti capiti”. Mi sorprendo rimango senza parole: a questo non avevo mai pensato e per la prima volta mi sono sentita vicina a queste persone rassegnate che soffrono.

31 marzo: è l’ora della terra, spengi la luce

Torni a casa e trovi le luci accese senza nessuno, a volte pensi che tuo figlio annegherà sotto la doccia aperta ormai da più di mezz’ora e senti, dentro di te, che non si possono comprare, ogni anno,  tutte le nuove tecnologie che il mercato ci propone. Vorresti però saper spiegare al meglio perché non si può. Nel farlo, cerchi di non cadere nelle solite banalità, ma devi ammettere che anche tu che non sai molto e allora, per non arrenderti, puoi affidarti a chi  è più esperto di te e da tempo organizza, promuove e fa conoscere temi quali, l’energia,l’ambiente, la sicurezza alimentare, la protezione sociale.

Consapevoli di dover andare a traino di chi ne sa di più, come italianintransito abbiamo deciso di aderire all’evento L’ora della terra, organizzato dal WWF, il 31 marzo. In quella occasione, il mondo proverà a spengersi per un’ora, e così faremo anche noi. Un gesto simbolico lo so ma che vuole affermare la volontà di lottare contro i cambiamenti climatici e aderire alla strada della sostenibilità. Quindi, chi fosse interessato può aderire all’iniziativa e leggere tutto su wwf/oradellaterra/index.aspx

E poi sempre in tema con la Terra e la sua salvaguardia ci piaceva evidenziare che da noi in Svizzera molto presto partirà la VII Edizione del Festival du film vert un festival che si terrà in molte città tra cui anche Losanna, Nyon e Ginevra e per la prima volta anche in Francia a Ferney-Voltaire. Il festival nasce per presentare al pubblico una selezione di film che trattano la questione legata all’ambiente, allo sviluppo sostenibile e ai rapporti Nord- Sud del mondo.  Tra tutti i film quello scelto per essere  presentato in tutte le sale della Svizzera e si intitola DIRT! (proiettato il 17 marzo a Nyon) una fiaba africana che è stata nominata per il Premio Tornesol du Documentaire Vert 2012. Chi volesse seguire i film del festival può comprare i biglietti on-line e trovare tutte le programmazioni sul sito www.festivaldufilmvert.ch