Che cosa c’è di nuovo nel 2015?

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In questi giorni di festa dove hai incontrato vecchi e giovani, amici lontani e familiari, ti fai un’idea di cosa bolle in pentola nelle aspettative e nei desideri di tutti. Sono rimasta sorpresa che la maggioranza delle persone che ho incontrato esprimesse un unico desiderio per il nuovo anno: trovare il grande amore.

Non si cercano più avventure fugaci, si conta poco sul lavoro e sono diminuiti i sogni di gloria, ma tutte le ernergie sono concentrate sulla ricerca di un amore vero. Lo cercano i single di tutte l’età, si disperano i trentenni che non lo hanno, ma lo attendono anche i ventenni per non dire l’ansia dei quarantenni e di chi è ancora più in là negli anni.

Le occasioni non mancano e anche la tecnologia ci viene incontro nel gioco di società degli incontri inattesi vedi il successo Tinder programma per incontrare persone.

Allora, caro 2015, non ci resta che sperare che tu possa essere ricordato come un anno di passioni, crocevia di incontri e unioni.

E poi cosa è meglio: un amore subito travolgente o un amore semplice che nel tempo diventa grande?

Tutto il segreto è nella resistenza e nel saper aspettare.

Chiacchiere del lunedì

Delphine Boël, The Golden Rule blabla
Delphine Boël, The Golden Rule blabla

Giovani, forti e belle. Questo inizio settimana lo dedichiamo alle ragazze italiane per cui abbiamo tifato.

La prima ragazza che vogliamo ricordare è colei che ha dimostrato una forza anche a se stessa sconosciuta, una determinazione ferrea e un coraggio da leone. Stiamo parlando di Lucia Annibali, la ragazza sfregiata nel 2012 con l’acido da sicari mandati dal suo ex fidanzato. Lucia è diventata una icona della lotta contro la violenza sulle donne, mostra con fierezza il volto martoriato perché non vuole dimenticare e non vuole che si dimentichi. A chi le chiede perché risponde «Sembrerà strano ma io mi sento bella di una bellezza che non sfiorisce. Bella della mia fierezza e del mio orgoglio di essere quello che sono».

La seconda è Carolina Kostner la pattinatrice su ghiaccio che ha vinto la medaglia di bronzo alle olimpiadi di Sotchi. Leggera come una piuma, con un’eleganza senza rivali, ci ha tenuti con il fiato sospeso per tutta la durata della sua perfomance. Ci ha strappato una lacrima di commozione, pensando al duro lavoro che si è imposta in questi anni, per cancellare le brutte cadute di Vancouver e offrire uno spettacolo perfetto. Quando le hanno chiesto cosa le mancherà di più, ora che ha deciso di lasciare le gare, ha detto che non è la competizione o la gloria, ma “la dedizione”.

La terza è Arisa la cantante arrivata prima al festival di Sanremo con la canzone Controvento. Completamente cambiata  nel suo look, ma non nella naturalezza di porsi davanti al video, ha dimostrato che nella vita si può sempre girare pagina e stupire. Ci sei piaciuta, hai la stoffa della lottatrice. La sua canzone è dedicata all’amore e il suo appello è che “l’amore è un sentimento che va condiviso e non bisogna mai sostare davanti alle porte chiuse”.

Dunque la morale è: essere fiere, dedizione e nessuna paura del cambiamento.

Buon lunedì

Chiacchiere del lunedì

Prova mafalde

Da uno studio britannico si è determinato che il momento in cui o gli uomini o le donne sono inclini a dire la parola Ti amo è il sabato sera  intorno alle 22.

Gli specialisti hanno anche constatato che dopo qualche anno di relazione, un persona su dieci non dice più  “ti amo” e questo perchè si dice convinta che la sua dolce metà ormai conosca i propri sentimenti.

Vogliamo commentare assieme? Per come vedo i giovani non mi sembra che  nel vocabolario di relazioni sentimentali la parola Ti amo sia la più gettonata anzi gli approcci mentali e spirituali sono molto più frenati e si cerca quasi sempre di tenere separato, per quanto possibile, l’aspetto emotivo da quello fisico.
Tanta fatica dunque per arrivare a dire Ti amo e poi non dirlo più. Perché? Forse perché  pesante come il piombo, sprigiona un’ansia da prestazione e fa presagire impegni e cappi al collo? oppure perché  troppo banale, non risuona dentro di noi come dovrebbe?.

Io sono dell’idea che ci ha rovinato il cinema! Provate a contare in una serata televisiva (oltre agli immancabili morti ammazzati) quante volte qualcuno dice “Ti amo” a qualcun altro… c’é da morire di diabete. E così come ormai le morti più orrende non suscitano in noi altri sentimenti che un voyeurismo abbastanza malato, così le parole “Ti amo” non ci fanno più né caldo né freddo! Come competere con i belloni di turno? Tutto sembra già detto e già visto. Non è terribile? 

Per concludere se volete esprimere il vostro amore, provate a farlo di sabato sera verso le 22 e tutto vi sembrerà più facile.