Energia positiva: Opavivarà!

Opavivarä
Opavivarà, Sofàkarokè!

Ho sempre pensato che l’arte può molto nella vita di un persona. Ti accompagna e ti rende l’esistenza più felice. Dunque non mi sono stupita quando ho incontrato per la prima volta l’opera del collettivo Opavivarà!, presente all’ultima edizione di Art Basel. Il loro lavoro è utile per riflettere sulla necessità che ognuno di noi ha dell’altro e le loro opere ti aiutano a fare il pieno di energia positiva. Si’ perché Opavivarà è un collettivo di artisti brasiliani fondato nel 2005 che  lavora cercando di innescare un meccanismo di contatto tra le persone e di partecipazione sociale. L’opera Formosa Decelerator, ad esempio, è una struttura circolare in legno dove si trovano otto amache per riposare.

Opavivarà! Formosa Decelerator
Opavivarà! Formosa Decelerator
Prima di stendersi però sei invitato a farti una miscela di tè scegliendo tra diverse erbe curative che provengono da tradizione di culture autoctone. La struttura e la forma a raggiera delle amache si ispirano ad una mappa di energia usata nel Feng Shui. Insomma, sono il luogo ideale per ricaricarsi di energia . Molto del loro lavoro si ispira alle antiche  tradizioni brasiliane e centrale per loro è la riscoperta di un senso di comunità tra artisti e pubblico. La loro specialità è la cucina collettiva: invitano le persone a cucinare e a condividere il pasto assieme. Un’opera del genere è stata presentata  quest’anno alla 12 Biennale a Cuba.
Opavivarà!,Formosa Decelerator
Opavivarà!,Formosa Decelerator
Fermarsi un momento, fare una pausa, sottrarsi dal ritmo  giornaliero è ciò che sta alla base dell’opera Carrossel Breique pensata come una semplice giostra i cui sedili non sono piccoli cavalli di ferro o carrozze, ma sedie girevoli da ufficio. 
Opavivarà!,Self Service Pajè
Opavivarà!,Self Service Pajè
Non c’è dubbio, senza il coraggio degli artisti di impiegare tanta energia per realizzare un sogno da trasformare in un atto d’arte,  la vita di tutti noi sarebbe meno bella. Viva Opavivarà!
Opavivarà!, Carrossel Breique
Opavivarà!, Carrossel Breique

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Tutti presenti per Art Basel

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Due momenti diversi, entrambi vissuti da poco, mi vengono in mente pensando ad Art Basel la fiera d’arte contemporanea più famosa del mondo, da ieri lanciata con le anteprime dedicate ai vip e aperta fino al 22 giugno.

Il primo è una visita a Palazzo Vecchio, a Firenze, il secondo invece è una sfilata di moda a cui ho assistito in questi giorni a Ginevra. Palazzo Vecchio, che divenne dal 1540 la dimora della famiglia Medici, impressiona per i sontuosi ambienti e mostra come l’arte possa essere al servizio della potenza e del prestigio dei suoi collezionisti. La sfilata di moda, invece, presentava bellissime modelle con i loro abiti preziosi e scintillanti, mostrate quasi come opere d’arte viventi, come oggetti animati del desiderio, su dei piedistalli, alla fine della sfilata vera e propria.

Dunque io compro se vengo attratto dal desiderio di possesso e compro l’arte se essa può essere messa al servizio della mia persona.

A Basilea sono attesi per l’evento 70 mila tra collezionisti e appassionati d’arte di tutto il mondo. E così mentre 285 gallerie da 34 paesi e 4.000 artisti si stanno collocando con le loro opere in vendita nel padiglioni della fiera, cerco di immaginarmi il ritratto del collezionista del XXI secolo. Ne viene fuori una figura multiforme: in primis un investitore, ma anche una persona che vuole esserci, qualcuno attratto da tutto ciò che è fermento e novità artistica, che vuole possedere, che non ama restare indietro. Il collezionista del XXI secolo sa bene che l’arte può essere usata come un veicolo per la propria visibilità, soprattutto nell’ambito del mondo che conta.

E’ poi un male tutto questo? Anche se la figura non sembra essere tra le più simpatiche, basta pensare alla bellezza del salone del Cinquecento a Firenze. Se l’arte rimane un desiderio, con buona probabilità, farà la fortuna delle generazioni future.

Così in marcia, caro collezionista di oggi, perché a Basilea un solo giorno non ti sarà sufficiente per vedere tutto: ad esempio quest’anno per la prima volta ci sarà una sezione dedicata alla performance (da non perdere, la sezione si intitola 14 Rooms); ci sarà poi una nuova estensione della fiera, progettata da Herzog & De Meuron. Potrai, collezionista contemporaneo, anche andare a spasso per la città a visitare la sezione Parcours, composta da installazioni urbane. Prima di perderti tra le gallerie, avrai l’appuntamento con Unlimited dedicata a installazioni ambientali di grandi dimensioni, pensate per collezionisti molto coraggiosi o per musei in cerca di opere permanenti.

Inutile poi ricordare che per l’occasione anche i musei della città ospitano cose molto interessanti come la mostra dedicata a Gerard Richter, alla Fondazione Bayler, o quella sul designer Konstantin Grcic, al Vitra Museum.

Vitra Museum
Vitra Museum,Konstantin Grcic