Anche la felicità può essere sostenibile

È incredibile quanto se ne parli in questi giorni. Forse si cerca di investigare sul significato e l’importanza della felicità perché sembra che ciò possa essere il primo passo per agguantarla, finalmente. Nel giro di quarantotto ore sono comparsi numerosi articoli e studi su questo stato d’animo tanto fondamentale quanto inafferrabile. Anche Italianintransito se ne era occupato (Chi la cerca non ce l’hacitando uno studio che, con un approccio squisitamente scientifico, indagava sulle cause del cortocircuito che si genera nel cervello .

Il culmine di tutto questo parlare di felicità verrà raggiunto il 7 settembre con l’apertura della quinta edizione della Festa-Festival alla Triennale di Milano il Tempo delle Donne, che vuole rispondere proprio alla domanda “Dove sta — e com’è — la felicità, adesso?”.

Ma in attesa dei risultati delle varie tavole rotonde programmate in questo week end di fine estate si può dare un’occhiata al sito dell’Happiness Research Institute, il cui amministratore delegato, Meik Wiking, 40enne di Copenaghen, si è ultimamente autoproclamato l’uomo più felice del mondo.

L’Happiness Research Institute è una Think tank indipendente che ha come missione quella di comprendere i motivi per cui alcune società sono più contente di altre e quella di tenere informati i vari “decision makers” sulle cause e gli effetti della felicità umana, in modo da renderla un argomento anche politico per migliorare la vita delle persone.

Uno dei documenti più interessanti prodotti dall’Happiness Research Institute risale a qualche anno fa e fu commissionato dalle Nazioni Unite nel 2012. Il libretto di poco più di cinquanta pagine è facilmente accessibile attraverso il sito dell’Istituto e si intitola Sustainable Happiness. Why waste prevention may lead to an Increase in quality of life (Felicità sostenibile. Perché la prevenzione dei rifiuti può portare ad un aumento della qualità della vita).

Partendo dal presupposto che le nostre relazioni, la salute e lo scopo della vita hanno un impatto decisamente maggiore sul livello di felicità rispetto ai comportamenti sostenibili, l’Istituto intendeva esplorare nuovi territori, aprire nuove strade, e gettare un sguardo originale su come il comportamento sostenibile possa influenzare la qualità di vita e di conseguenza il livello di felicità personale e collettivo. Con prevenzione dei rifiuti si intende quell’atteggiamento ancora più radicale della differenziazione e del riciclaggio di rifiuti, volto ad evitare la produzione di questi ultimi attraverso consumi attenti e responsabili, concedendo vita più lunga ai prodotti e addirittura riflettendo più seriamente su ciò che è davvero necessario.

Alla base dello studio vi erano domande quali come influiscono i comportamenti sostenibili sul nostro livello di felicità; se esiste un legame tra comportamenti sostenibili e felicità; e come può la ricerca sulla felicità contribuire a creare società migliori, a determinare un futuro più sostenibile e a migliorare il livello di vita.

Se fino a qualche anno fa la tendenza è stata quella di affermare che la qualità della vita dipendesse interamente dalla crescita economica e che il benessere personale fosse alimentato unicamente dal consumo e dall’abbondanza materiale, oggi si è consolidata l’idea che per avere vite felici e soddisfacenti sia necessario non solo aumentare il PIL o avere stipendi più alti. La felicità è infatti legata alla salute, alle relazioni, al lavoro, alla ricchezza e agli scopi nella vita, ma i dati raccolti dall’Istituto supportano anche un reale e dimostrabile collegamento tra comportamenti sostenibili e felicità.

Ad esempio la correlazione tra felicità e azioni che riducono la quantità di rifiuti prodotta individualmente, come il tentativo di utilizzare meno imballaggi in plastica o il riutilizzo degli oggetti, è un dato oggettivo. Il circolo virtuoso che si instaura può essere alla base del benessere di una collettività: avere un comportamento sostenibile genera felicità, tale felicità condurrà inevitabilmente a perseverare nel comportamento sostenibile.

Più le persone sono felici più si impegnano in comportamenti sostenibili, i quali migliorano l’ambiente e la società civile, generando ulteriore felicità, che a sua volta non solo porta le persone a riflettere, ma le traghetta verso la soluzione delle preoccupazioni ambientali e sociali.

Ciò cosa comporta per le istituzioni? Innanzitutto suggerisce quanto sia importante aggiungere la felicità come obiettivo all’interno di un programma di governo, quanto sia importante promuovere politiche di moderazione dei consumi e salvaguardia dell’ambiente, quanto queste possano dare alle comunità una nuova spinta e nuova vitalità, insomma quanto tutto ciò generi felicità. 

Sostenibilità, sostenibile, termini di cui spesso abusiamo senza concretizzare nulla. Chissà che forse accostandoli al concetto felicità non diventino più appetibili e perdano quella connotazione negativa che ancora ce li fa percepire come una sorta di sacrificio per le nostre libertà di scelta e per gli stili di vita personali.

Energia positiva: Opavivarà!

Opavivarä
Opavivarà, Sofàkarokè!

Ho sempre pensato che l’arte può molto nella vita di un persona. Ti accompagna e ti rende l’esistenza più felice. Dunque non mi sono stupita quando ho incontrato per la prima volta l’opera del collettivo Opavivarà!, presente all’ultima edizione di Art Basel. Il loro lavoro è utile per riflettere sulla necessità che ognuno di noi ha dell’altro e le loro opere ti aiutano a fare il pieno di energia positiva. Si’ perché Opavivarà è un collettivo di artisti brasiliani fondato nel 2005 che  lavora cercando di innescare un meccanismo di contatto tra le persone e di partecipazione sociale. L’opera Formosa Decelerator, ad esempio, è una struttura circolare in legno dove si trovano otto amache per riposare.

Opavivarà! Formosa Decelerator
Opavivarà! Formosa Decelerator
Prima di stendersi però sei invitato a farti una miscela di tè scegliendo tra diverse erbe curative che provengono da tradizione di culture autoctone. La struttura e la forma a raggiera delle amache si ispirano ad una mappa di energia usata nel Feng Shui. Insomma, sono il luogo ideale per ricaricarsi di energia . Molto del loro lavoro si ispira alle antiche  tradizioni brasiliane e centrale per loro è la riscoperta di un senso di comunità tra artisti e pubblico. La loro specialità è la cucina collettiva: invitano le persone a cucinare e a condividere il pasto assieme. Un’opera del genere è stata presentata  quest’anno alla 12 Biennale a Cuba.
Opavivarà!,Formosa Decelerator
Opavivarà!,Formosa Decelerator
Fermarsi un momento, fare una pausa, sottrarsi dal ritmo  giornaliero è ciò che sta alla base dell’opera Carrossel Breique pensata come una semplice giostra i cui sedili non sono piccoli cavalli di ferro o carrozze, ma sedie girevoli da ufficio. 
Opavivarà!,Self Service Pajè
Opavivarà!,Self Service Pajè
Non c’è dubbio, senza il coraggio degli artisti di impiegare tanta energia per realizzare un sogno da trasformare in un atto d’arte,  la vita di tutti noi sarebbe meno bella. Viva Opavivarà!
Opavivarà!, Carrossel Breique
Opavivarà!, Carrossel Breique

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Chiacchiere del lunedì

Delphine Boël, The Golden Rule blabla
Delphine Boël, The Golden Rule blabla

Parlavo con quel tono un po’ noioso che solo le mamme riescono ad avere quando trattano con i figli temi scottanti: il tema era quello dell’alcool e dei guai che procura. Sembra – dicevo – che sia divenuto uno dei pochi veicoli di socializzazione tra i giovani (in verità anche fra persone di mezza età). Mia figlia mi ha guardato e poi, senza scomporsi, mi ha risposto con una frase da poco letta sul computer: “siccome pensiamo che lo scopo della vita sia la felicità, si beve e ci si droga perché ci accontentiamo anche di una felicità artificiale”.

Lo scopo della vita è la felicità. Ma la felicità è un atto di volontà e non di sottomissione. Si è lottato e deriso contro i tabù, i sensi di colpa derivanti da una certa educazione tradizionale e poi abbiamo impostato le nostre vite in modo tale da renderci schiavi di un modo artificiale di imporci la felicità.

Intanto questa settimana arriva il martedì grasso, che nel calendario precede il giorno delle Ceneri, il primo giorno di Quaresima. Di martedì grasso era permesso qualsiasi divertimento: semel in anno licet insanire, si diceva, una volta all’anno si può far pazzie. Magari l’alcool in eccesso riserviamolo proprio per quel giorno lì.E liberiamocene durante il resto dell’anno.

THE HAPPY SHOW

Stefan
Stefan Sagmeister

Siamo arrivati alla fine del 2013 e quindi è tempo di bilanci. Uno potrebbe anche prendere l’occasione per chiedersi: è possibile  valutare il nostro attuale tasso di felicità?

Sembrerebbe di sì. A Parigi, in questi giorni, si è aperta una mostra  dal titolo “The Happy show”, dell’artista Stefan Sagmeister, tutta incentrata su cosa sia e che senso abbia la nostra felicità. Sagmeister, mezzo americano e per metà austriaco, conosciuto nell’arte contemporanea anche come designer grafico, ci offre un percorso interessante che permette al visitatore di esplorare in modo sia sensoriale che intellettuale il tema della felicità.

La mostra si tiene presso la Gaité Lyrique, un vecchio teatro del XIX sec., trasformato in un centro che studia i legami tra la cultura visiva e quella digitale. Un luogo per sperimentare i media, visitare mostre, giocare con i computer, studiare o ascoltare conferenze. .

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Stefan Sagmeister

Tutto il percorso è pensato per far fare delle esperienze divertenti. Il visitatore, ad esempio,  è invitato a pedalare di fronte ad un grande schermo dove appaiono delle scritte e delle immagini che fanno sorridere e meditare.

Stefa
Stefan Sagmeister

E siccome lo scopo della mostra è concedere a noi il tempo di riflettere su cosa intende la nostra società occidentale per felicità, l’artista offre al visitatore anche dei numeri e delle statistiche su quanto le persone siano più o meno felici. Ne viene fuori ad esempio che  solo il 41,5 % delle donne casalinghe sono felici, oppure che il 18% degli uomini divorziati sono felici contro il 15,5% delle donne nella stessa condizione.

La mostra è arrivata dall’America a Parigi, ma dovrebbe continuare a girare per l’Europa.  E’ un invito a farci riflettere , forse come dice lo stesso artista “non troverete la felicità visitando la mostra” ma è un modo per ripensarla e questo non può che farci  un gran bene.  .

Che ossessione la felicità

Che ossessione la felicità, era il titolo di un articolo che ho letto sul Sole 24 ore di domenica 15 marzo, scritto da Remo Bodei.

L’articolo prendeva spunto da un libro di una giovane filosofa americana, Jennifer Michael Hecht dal titolo The Happiness Myth: The Historical Antidote to What isn’t Working Today (New York, HarperOne, 2007).

Franz Xaver Messerschmidt, The Yawner,1770
Franz Xaver Messerschmidt, The Yawner,1770

Ero in banca e il giornale con l’articolo, lasciato sul bancone mi attrae subito. Il concetto di felicità, dice, muta nel tempo, ma  viene sempre individuato in aspirazioni socialmente condivise, quali: la bellezza, il denaro e il sesso. L’articolo dedica anche uno spazio all’uso di droghe. Infine, leggo, nel tempo sono cambiati i metodi per soddisfare queste aspirazioni. Oggi, ad esempio, le donne non si mettono più i corsetti per modellare il corpo e renderlo attraente, ma tutti – uomini e donne – si piegano ormai alle cure che promettono bellezza e giovinezza.

Ci ho pensato qualche giorno e passo all’autocritica: cosa faccio per essere felice? Qualche volta cedo allo shopping. Certo il sesso fa parte della vita, ma non è veicolo di felicità più del benessere: le due cose non sono le stesse.  C’è chi pensa alla giovinezza eterna, o al denaro che può permettere di mangiare al ristorante, di comprare la macchina nuova, il televisore, i vini raffinati.

No, secondo me tutto ciò non è vera felicità.  I miei momenti più felici li ho trascorsi (e credo mi attendano) tutte le volte che mi sono messa in relazione con altre persone per dare e ricevere calore umano e affetto.

Concludo. Stasera sono andata a prendere mia figlia a Yoga e sul bancone ho trovato questo messaggio;

5 semplici regole per la felicità:

1-Libera il tuo cuore dal risentimento

2 Libera la tua mente dalle preoccupazioni

3 Vivi semplicemente

4 Dai di più

5 Aspettati di meno