
Parlavo con quel tono un po’ noioso che solo le mamme riescono ad avere quando trattano con i figli temi scottanti: il tema era quello dell’alcool e dei guai che procura. Sembra – dicevo – che sia divenuto uno dei pochi veicoli di socializzazione tra i giovani (in verità anche fra persone di mezza età). Mia figlia mi ha guardato e poi, senza scomporsi, mi ha risposto con una frase da poco letta sul computer: “siccome pensiamo che lo scopo della vita sia la felicità, si beve e ci si droga perché ci accontentiamo anche di una felicità artificiale”.
Lo scopo della vita è la felicità. Ma la felicità è un atto di volontà e non di sottomissione. Si è lottato e deriso contro i tabù, i sensi di colpa derivanti da una certa educazione tradizionale e poi abbiamo impostato le nostre vite in modo tale da renderci schiavi di un modo artificiale di imporci la felicità.
Intanto questa settimana arriva il martedì grasso, che nel calendario precede il giorno delle Ceneri, il primo giorno di Quaresima. Di martedì grasso era permesso qualsiasi divertimento: semel in anno licet insanire, si diceva, una volta all’anno si può far pazzie. Magari l’alcool in eccesso riserviamolo proprio per quel giorno lì.E liberiamocene durante il resto dell’anno.